Critica entusiasta con cognome sbagliato

Romagnolo di Galeàta, piccolo centro di poche migliaia di anime in provincia di Forlì, settantasette anni, dal '79 professionista, Davide Paolini è uno dei più noti critici gastronomici italiani (lui si definisce ‘gastronauta’) e da decenni cura per il Sole 24 Ore la rubrica ‘A me mi piace’.
Per il quotidiano di Confindustria ha anche pubblicato a lungo la guida annuale dei ristoranti italiani, con un forte radicamento padano e qualche sconfinamento in Toscana. Nell’edizione del novembre ’90 ha forse stabilito anche un singolare primato: ha liquidato l’intero Mezzogiorno peninsulare e insulare con dieci schede (due alla Campania, due alla Puglia, una alla Calabria, tre alla Sicilia e due alla Sardegna), mentre alla Lombardia ne ha riservate trentaquattro, di cui quattrodici dedicate a Milano.
Sorprende perciò leggere sul Sole il 28 settembre nella rubrica ‘A me mi piace’ una recensione entusiasta di un ristorante di Palmi, centro sul Tirreno a 50 chilometri a nord di Reggio Calabria. Questo l’incipit: “Confesso di essere stato attirato soprattutto dalla ‘stroncatura’, però ho finito per scoprire un ristorante con menu stellare, che stupisce senza effetti speciali e una stupenda famiglia, gli Scarrone – il patron Maurizio in cucina con il figlio chef Armando, la moglie Francesca e la figlia Livia in sala – che gestiscono da sempre con grande professionalità il De Gustibus di Palmi”.
Seguono sessanta righe di giudizi molto positivi con una forte nota stonata: il patron del De Gustibus si chiama Sciarrone e non Scarrone come l’autore dell’articolo scrive per due volte. Ma Paolini parlando di una star della cucina padana avrebbe sbagliato il cognome? Scrivendo ad esempio di Carlo Cracco, veneto di Creazzo e milanese di adozione, avrebbe ripetuto due volte Carlo Crocco?

Martin Beck
 
Davide Paolini
Maurizio Sciarrone
Armando Sciarrone
Francesca Sciarrone