“Ragazzi, non
tornate a Napoli”

IL DIRETTORE DEL Mattino Roberto Napoletano insiste da molti mesi con suoi articoli e con servizi dei suoi redattori sul fatto che i giovani devono tornare a Napoli e che in tanti lo starebbero già facendo.
L’undici novembre sono stati diffusi i dati di un rapporto della Fondazione Migrantes, organismo della Conferenza episcopale italiana presieduta dal cardinale Matteo Maria Zuppi, secondo il quale negli ultimi dieci anni sono andate via dal Sud un milione e 98mila persone e soltanto 587mila sono tornate indietro con un saldo negativo di 511mila unità e dal 2014 al 2025 hanno lasciato il Mezzogiorno oltre 65mila giovani laureati.
In particolare sono rimasto basito e irritato da un articolo di Napoletano pubblicato il 15 agosto scorso e intitolato "Ragazzi, tornate a Napoli", nel quale viene descritta una città che di fatto non esiste, come testimoniato

dai molti commenti comparsi sui social.
I napoletani infatti sanno bene che i tanti problemi storici del capoluogo partenopeo, con l'attuale amministrazione comunale guidata dal sindaco Gaetano Manfredi, si sono addirittura aggravati,

Eduardo De Filippo e Roberto Napoletano

con un verde pubblico quasi del tutto abbandonato - parchi chiusi da anni, come la villa comunale sul lungomare e il parco urbano dei Camaldoli, alberature stradali che all'improvviso cadono al suolo per la mancanza di una costante quanto idonea manutenzione -, con un servizio di trasporto pubblico che fa acqua da tutte le parti - attualmente sono chiuse sia una tratta della linea 1 della metropolitana che la funicolare di Mergellina dopo che, solo il 31 gennaio scorso, è stata riaperta la funicolare di Chiaia, rimasta ferma per oltre due anni per gli eterni lavori di revisione ventennale che dovevano durare al massimo sei mesi -, con strade afflitte da carenze manutentive - buche e avvallamenti su carreggiate e marciapiedi in tutti i quartieri che provocano tantissime cadute ma anche diverse voragini che, segnatamente al Vomero, si sono aperte e che, solo per mera fortuna, non si sono trasformate in tragedie annunciate -,  con cumuli di rifiuti, anche ingombranti, presenti a tutte le ore del giorno, che comportano la presenza, specialmente nei periodi estivi, di torme di topi, blatte americane volanti e insetti di ogni specie.
Quanto poi alla possibilità di una sistemazione lavorativa stabile e adeguatamente remunerata, basterebbe domandare ai tanti giovani che, dopo aver completato gli studi, ne sono alla ricerca per comprendere la situazione reale e non quella ideale quanto immaginaria descritta da Napoletano. Nel 2019, alla vigilia delle festività natalizie, scrissi una lunga lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella quale descrivevo la sofferenza e il dolore, mio e di mia moglie, per la lontananza delle nostre due figlie, costrette, dopo gli studi universitari, a seguito dell'infruttuosa ricerca di un posto di lavoro che consentisse loro una vita autonoma e indipendente, confacente al percorso di studi seguito, a emigrare all'estero e che non sarebbero potute tornare neppure per trascorrere il Natale insieme.
A seguito di quella lettera fui una delle dodici persone, tra le tante che hanno indirizzato lettere al capo della Stato italiano nell'arco degli anni, invitata al Quirinale per un'intervista, andata in onda il 2 giugno 2022 su

Gennaro Capodanno e Matteo Maria Zuppi

Rai 3 nel docufilm: "Caro Presidente", in occasione della festa della Repubblica. Per questo, rievocando il grande Eduardo che, stando a quanto riportato dalle cronache, oltre mezzo secolo fa, rivolgendosi ad alcuni giovani attori che

cercavano consigli sul loro futuro lavorativo a Napoli, pronunciò la famosa frase: "Fuitevenne 'a Napoli", dico ai giovani che, dopo anni di inutili attese e di tribolazioni, sono stati costretti a lasciare il capoluogo partenopeo, trovando una sistemazione lavorativa stabile e soddisfacente all'estero, pur consapevole del dolore e della sofferenza reciproci per il distacco dalle rispettive famiglie, ripagato però dalla consapevolezza che sono realizzati e soddisfatti: "Ragazzi, non tornate a Napoli".

Gennaro Capodanno