I casi giudiziari che in queste settimane occupano le pagine dei giornali e i servizi delle tv stanno trasformando in star gli avvocati e i periti delle parti. Non fa eccezione il feroce omicidio di Martina Carbonaro, la ragazzina di quattordici anni uccisa ad Afragola, nell’area a nord di Napoli, con i colpi di un sasso dall’ex fidanzato, il diciottenne Alessio Tucci.
I vertici del Mattino (con Roberto Napoletano i vice direttori Vittorio Del Tufo e Vincenzo Di Vincenzo, il responsabile dell’ufficio centrale Pietro Perone, i vice responsabili Aldo Balestra e Antonella Laudisi, Alessio Fanuzzi) hanno perciò deciso che era necessario riportare sul giornale le diverse posizioni delle parti (accusa, difesa, genitori della vittima), anche accantonando il resoconto scrupoloso del cronista di giudiziaria Leandro Del Gaudio.
Sull’orrore avvenuto nella casa abbandonata il giornalista scrive prudente: “Poi l’agonia, che solo i medici sapranno stabilire quanto lunga”.
Troppo vago per i deskisti che preparano la prima pagina, meglio un dato netto.
Secondo l’autore del titolo “Martina, l’autopsia: è morta dopo una lunga agonia”. Di opinione opposta il graduato che prepara le nove righe pubblicate in prima: “Martina Carbonaro è morta dopo una breve agonia”. |