Forse è addirittura eccessivo chiamarlo paese. Sesso, costeggiata dall’autostrada del Sole e dirimpetto ad un altro posto dal nome singolare, Buco del signore, è poco più di una contrada, in provincia di Reggio Emilia. Però con tutte le comodità e gli svaghi tipici della provincia emiliana, quella provincia che alcuni anni fa l’allora arcivescovo di Bologna, il cardinale Giacomo Biffi, definì “sazia e disperatissima” in una storica omelia nella basilica di San Petronio a Bologna, mentre i cosacchi abbeveravano i cavalli nella fontana del Nettuno prima che Giorgio Guazzaloca chiudesse l’acqua. Poi arrivò lo sceriffo-idraulico Sergio Cofferati a ripristinare la fornitura idrica.
Sazia forse, disperatissima chissà: gli emiliani conoscono il gusto della risata e della vita, che sanno godersi come pochi altri. Sempre. Anche quando gli capita di dover fare una rapina. In altre parti succede che si fa un colpo, poi si scappa e ci si nasconde. Lì no, vivaddio. Si fa un colpo e poi di corsa a godersi il frutto del bottino. Senza cercare una via di fuga. Come è successo alcuni giorni fa e come ha puntualmente riferito, nell’edizione di Reggio Emilia, Il Resto del Carlino, diretto da Giancarlo Mazzuca. Rapina ad un rappresentante di preziosi e poi i due, in sella ad una moto, si sono allontanati. Pare, secondo qualche testimonianza, in direzione di Sesso. E con la schiettezza tipica della gente del posto il Carlino ci ha informato anche su come sono stati investiti quei trenta mila euro: senza il chiodo fisso della fuga.
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