Eletti Falco e Guida
Fellico si è dimesso

ALLE ELEZIONI PER designare gli eredi di Domenico Castellano, al consiglio dell’Ordine campano e al direttivo dell’Associazione napoletana della stampa, l’unica incognita erano le percentuali. Il 5 ottobre in lizza, senza avversari, c’erano Domenico Falco per l’Ordine e Gennaro Guida per il sindacato: il primo ha ottenuto 524 voti su 566 votanti, con il 92,57 per cento;

plebiscito per Guida: 185 voti su 187 votanti con il 98,93 per cento.
Le altre schede dell’Ordine sono state così suddivise: ventitre nulle, con il nome di


Maurizio De Tilla, Domenico Castellano e Domenico Falco

Falco scritto in maniera errata o incompleta; tre a Guida; sette a Gianni Formisano, pubblicista di Cava de’ Tirreni; sei a Mauro Fellico, al centro di un caso spinoso, con diciannove pratiche per l’iscrizione all’albo dei pubblicisti da lui sottoscritte come direttore del sito www.ilpuntonline.it; una preferenza a testa hanno avuto Pasquale Califano, Laura Cordella e Vincenzo Mola.
Su Fellico vanno registrate due notizie. La prima riguarda le sue dichiarazioni alla vigilia delle elezioni.
Quindici giorni prima del voto ha inviato una mail ai dirigenti della corrente Alternativa sindacale, eredi dell’indiscusso controllo dei pubblicisti campani  esercitato per trent’ anni da Domenico Castellano, scomparso nello scorso giugno. Nella mail indirizzata a Salvatore Campitiello, dallo scorso luglio coordinatore della componente in tandem con Giovanni Fuccio, esprime un appoggio convinto alla candidatura di Domenico Falco all’Ordine regionale.
A due giorni dal voto la scena cambia. Nella seconda lettera scrive di accordi tra i dirigenti di Alternativa e la corrente di Corsi e Zaccaria, dei quali non sarebbe stato informato; da qui la decisione, presa “con profondo rammarico e delusione”, di “uscire dal movimento alternativa sindacale”.
La seconda notizia riguarda Fellico nella veste di editore e direttore di www.ilpuntonline.it, che ha presentato per mesi soltanto la scritta ‘sito in costruzione’. Dal 6 ottobre il vuoto è stato riempito con la riproduzione di tre pagine di un giornale cartaceo senza data e senza firme. Le diciannove


Ermanno Corsi, Mauro Fellico e Lino Zaccaria

richieste degli aspiranti pubblicisti, tra cui il parlamentare del Pdl (Forza Italia) Luigi Cesaro, bloccate nello scorso luglio dal consigliere dell’Ordine Ermanno Corsi e dal segretario Gianfranco Coppola, sono state accantonate nella seduta

del 22 settembre e verranno esaminate nel consiglio convocato in un primo tempo per il 14 ottobre e poi spostato al 21 per gli impegni del consigliere De Tilla. In attesa che sulla vicenda arrivi finalmente una posizione ufficiale dell’Ordine, si sono moltiplicate le prese di posizione critiche per richieste di iscrizione “assolutamente prive della documentazione necessaria”, eppure, stando alla denuncia di Corsi, arrivate a un passo dall’approvazione.
E le critiche dure hanno prodotto un risultato: il 2 ottobre Mauro Fellico ha indirizzato una lettera ai presidenti regionali del sindacato (Enzo Colimoro) e dell’Ordine (Ottavio Lucarelli), e per conoscenza ai revisori dei conti dell’Ordine (Massimiliano Amato e Pino De Martino), annunciando le sue dimissioni irrevocabili da componente del direttivo Assostampa e da presidente e componente del collegio dei revisori. “Si tratta - scrive Fellico nella lettera di dimissioni - di una scelta sofferta ma inevitabile. Lo faccio innanzitutto a tutela della mia dignità umana e professionale ma anche per

stroncare una speculazione di basso profilo. Ho atteso a rassegnare le dimissioni nella speranza che, con il passare del tempo, emergesse con forza la verità. Invece, devo constatare con amarezza che c’è qualche personaggio, che forse


Salvatore Campitiello, Enzo Colimoro e Gennaro Guida

non avendo altro da fare, continua a sollevare inutili polveroni, diffonde lettere anonime dal contenuto diffamatorio, fornisce ricostruzioni non veritiere”.
E torniamo alle elezioni suppletive. Annuncia propositi bellicosi Domenico Falco, per sei anni vice presidente dell’Ordine nazionale e ora destinato ad assumere lo stesso incarico in Campania. “Innanzitutto voglio smentire – dichiara a Iustitia – le voci di un ribaltone prossimo ai vertici dell’Ordine. Nell’estate dell’anno scorso la stragrande maggioranza dei giornalisti campani si è espressa in maniera chiarissima e nessun giochino di corridoio può capovolgerne il segno. Sulle cose da fare penso a un piano in cinque punti, due sul fronte esterno e tre su quello interno”. E passa a dettagliare i singoli passaggi. “La prima iniziativa – annuncia - sarà l’avvio di una vertenza sull’informazione perché la Campania è una delle pochissime regioni italiane a non avere una legge sull’editoria e sulla comunicazione. La seconda sarà la battaglia per l’applicazione della legge 150 sugli uffici stampa degli enti


Massimiliano Amato, Luigi Cesaro e Ottavio Lucarelli

pubblici, altro picco del ritardo campano. Sul fronte consiglio penso a tre mosse: l’avvio entro dicembre della revisione degli albi, revisione che la legge indica come obbligatoria ogni due anni e che in Campania non si effettua da decenni; rigoroso rispetto

cronologico nell’esame delle istanze, preceduto da un colloquio per conoscere gli aspiranti giornalisti, come del resto avviene da tempo in Lazio e in Lombardia; affissione nelle bacheche dell’Ordine a via Cappella Vecchia delle richieste di iscrizione e del loro esito”.