Saretta e Gino si sono lasciati da persone perbene. Senza chiassate, senza livori né rancori e, per non farci mancare nulla, senza mutande (lei). Lei per l’occasione ha realizzato anche un servizio fotografico perché non calasse l’oblio su una serata romantica.
Saretta è Sara Tommasi, showgirl, attrice, laureata alla Bocconi, nota per aver confidato al settimanale di cultura Diva e donna che qualcuno le aveva inserito un microchip per farne una schiava del sesso, e nota anche per essere stata relatrice a un convegno di economia organizzato da Domenico Scilipoti, quello che somiglia a Danny De Vito, ex dipietrista poi divenuto uno dei leader più carismatici del gruppo Iniziativa Responsabile che nel dicembre 2010 responsabilmente, in cambio di nulla o quasi nulla, aiutò il governo Berlusconi a non precipitare.
Gino è Alfonso Luigi Marra, avvocato nato in Calabria, molto attivo a Napoli, residente a Roma ma sostanzialmente da considerare cittadino del mondo in virtù del respiro culturale della propria azione. Eurodeputato dal 1994 al 1999 Gino decise un po’ di tempo fa di intraprendere una crociata contro il signoraggio delle banche fondando FermiamoLeBanche e difendendo i cittadini in controversie contro gli istituti di credito. Ma, siamo certi, Gino passerà alla storia principalmente per aver arricchito la biblioteca di milioni di italiani. Tutti ricorderete alcune opere con annessi spot che hanno rappresentato una pietra miliare della comunicazione sapiente. Si tratta di La storia di Giovanni e Margherita e Il labirinto femminile, best sellers recentissimi per la cui promozione Gino ha chiamato la crema dell’Italia del terzo millennio: Lele Mora, Karima El Mahroug, nota come Ruby nipotina di Mubarak, Manuela Arcuri che nello spot trasuda un pathos che neanche una lavastoviglie, infine la stessa Sara Tommasi. Da qui la scintilla dell’amore, breve ma intenso: due mesi vissuti alla grande con i paparazzi che inseguivano Saretta in attesa che si liberasse di qualche indumento. Infine la cena di sfidanzamento e l’annuncio dato alle agenzie di stampa con un comunicato congiunto. Perché occorre classe anche nel dirsi addio. |
Post scriptum. Agli aficionados di Marra regalo anche poche righe tratte da 'Il labirinto femminile': “Ti dirò che alla fin fine mi ero scocciato pure io. Non ho il gusto degli amori impossibili, e sono stanco di questo non avere nei tuoi confronti, non dico nessun diritto, ma nessun motivo che autorizzi anche solo la richiesta di una parola di chiarimento. Oggi però, sfuggendo per un attimo ai tuoi alibi, hai evidenziato che, se ti sopravviene il dubbio di non essere il chiodo fisso nella mia mente, ti agiti”. |