Il primo giornale

Si trovavano in Libia da cinque mesi per lavorare alla costruzione di alcune strade”. E ancora: “Sono stati sequestrati da un gruppo di uomini armati lo scorso 17 gennaio, in Cirenaica. Ma l'otto febbraio, venti giorni dopo il rapimento, con una apertura a cinque colonne il Corriere della Sera, diretto da Ferruccio de Bortoli, ci fa tirare un sospirone di sollievo: “Liberati i due operai italiani rapiti un anno fa in Libia”.
Lì, nella regione orientale nei pressi di Tobruk, dopo la caduta di Muammar Gheddafi,  imperversano le milizie islamiche. E c’è tanto da fare, per ricostruire ma anche per continuare ad ammazzare e a terrorizzare: dunque ecco l'idea di pianificare tutto, compresi i rapimenti di stranieri. A Tobruk in Libia, e a via Solferino a Milano, sapevano da un anno che Luciano Gallo e Francesco Scalise sarebbero finiti nelle mani dei rapitori, quando i due tecnici calabresi stavano ancora a fare le valigie.
Non si diventa a caso il primo giornale italiano: occorre avere fiuto per la notizia, e portare anche un po’ di sfiga. Li abbiamo visti in foto, i rapiti, appena sbarcati a Ciampino, accolti con grande gioia e soddisfazione dal ministro degli Esteri Emma Bonino. L’incipit del pezzo è: "stanchi, provati, con la barba lunga". Una barba incolta da un anno, forse su suggerimento di via Solferino. Lì sono milanesi, pianificano tutto. Anche i dettagli.

Masino Pavese

Corriere della sera dell’otto febbraio


(*) Da www.wikipedia.org
(**) Da qn.quotidiano.net
 
Ferruccio de Bortoli (*)
Muammar Gheddafi (*)
Luciano Gallo (**)
Francesco Scalise (**)
Emma Bonino (*)