Il vice ministro Mauri:
"ora riapriamo gli occhi"

Giornalisti minacciati: Mauri, momento di riaprire gli occhi
Viceministro incontra Sugc a Napoli, lo Stato c'è
(ANSA) - NAPOLI, 5 FEBBRAIO - "La verità è che per troppo tempo si è rimasti con gli occhi chiusi, è il momento di riaprirli". Lo ha detto Matteo Mauri, viceministro dell'Interno, a Napoli, in occasione dell'incontro, promosso dal Sugc (Sindacato unitario giornalisti Campania), sui giornalisti minacciati. La presenza a Napoli nel pomeriggio e, in mattinata a Caserta, "è un messaggio di solidarietà e sostegno, ma anche politico forte: lo Stato c'è, sta facendo la sua parte e la farà ancora di più" ha affermato.
Il crescente numero di giornalisti minacciati e aggrediti "è il motivo per cui è importante esserci ed è il motivo per cui il ministro Lamorgese ha riconvocato l'Osservatorio sui giornalisti minacciati". "Penso che molte delle cose che in questo momento non funzionano in questo Paese - ha affermato - passino da un tema che si chiama rispetto. Ci vuole rispetto, in questo caso della professione del giornalista, perché ha a che fare con la democrazia e la qualità della democrazia". "Anche una politica che mostri maggiore rispetto e attenzione - ha concluso - è una politica che fa bene il proprio mestiere". (ANSA).
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Giornalisti minacciati: segretario Sugc, Campania a rischio
Silvestri, nuove leggi a favore cronisti per querele temerarie
(ANSA) - NAPOLI, 5 FEBBRAIO - "La Campania è un territorio particolarmente a rischio che richiede un'attenzione maggiore". Lo ha detto Claudio Silvestri, segretario del Sugc, Sindacato unitario dei giornalisti Campania, in occasione dell'incontro sui giornalisti minacciati con il viceministro Matteo Mauri.
"Basti pensare - ha affermato - che i 5 giornalisti sotto scorta armata sui 22 in Italia sono in Campania, a Caserta e altri 10 hanno la vigilanza attiva. Servono interventi legislativi - ha sottolineato - e che si intervenga su querele temerarie, sul carcere per i giornalisti e prevedere una aggravante per chi aggredisce un giornalista".
"È la prima volta che l'Osservatorio si sposta da Roma - ha concluso - e ricomincia dopo un lungo periodo di pausa che coincide con la durata del precedente Governo". (ANSA).
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ANSA/ Giornalisti minacciati: le storie degli aggrediti
In Campania 5 cronisti sotto scorta armata. Incontro con Mauri
(ANSA) - NAPOLI, 5 FEBBRAIO - Ognuno ha una storia da raccontare, che avrebbe preferito non avere: sono i giornalisti minacciati che oggi, nella sede di Napoli del Sugc, Sindacato unitario dei giornalisti della Campania, hanno incontrato il viceministro dell'Interno Matteo Mauri. In Campania ci sono 5 giornalisti sotto scorta armata, minacciati dal clan dei Casalesi, e altri 10 sottoposti a vigilanza attiva. Aggrediti e picchiati per aver raccontato, da cronisti, il loro territorio, mettendo in luce, molto spesso, legami con la camorra. O per aver scritto di fatti di camorra e sono minacciati dai clan. O ancora: hanno raccontato il modo in cui, anche attraverso deliberazioni, si fanno "piaceri" agli amici. E si sono ritrovati, nella migliore delle ipotesi - se così si può dire - con l'auto distrutta per ritorsione. Colpi di pistola sotto casa, aggressioni fisiche oltre che verbali.
La difficoltà maggiore si incontra raccontando il proprio territorio, quello in cui si vive, quello dove sanno chi sei, dove abiti. Come accaduto a Mimmo Rubio, più volte minacciato e aggredito per i suoi articoli sulle infiltrazioni camorristiche nel Comune di Arzano, più volte sciolto per questo, che ha incontrato per strada uno degli uomini che, nell'estate del 2018, assieme ad altri, sparò sotto casa sua.
Raffaele Schettino è il direttore di Metropolis, giornale che racconta la provincia a sud di Napoli. "La camorra - ha detto - ha imposto alle edicole di non vendere il nostro giornale. Ma spesso la camorra si nasconde dietro una Amministrazione".
Stefano Andreone è stato mandato all'ospedale per aver scoperto uno scambio di mazzette per affari legati al cimitero in un Comune dell'area nord di Napoli. Luciana Esposito è stata picchiata da altre donne perché sulla sua testata online ha raccontato degli affari sporchi della camorra nel quartiere napoletano di Ponticelli.
Ma non è solo la camorra, a volte le aggressioni arrivano quando meno te le aspetti, in situazioni più o meno tranquille, di "calma apparente". Come accaduto a Pier Paolo Petino e Alessandro Jovane - finito in ospedale per essere stato colpito in pieno volto da un pugno - di Videoinformazioni. Aggrediti dai titolari dell'azienda e dal figlio del proprietario di un terreno, a San Felice a Cancello, dove le forze dell'ordine avevano ritrovato un laghetto di rifiuti. (ANSA).
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