CorSera filoIsraele
non fa autocritica

SI STANNO AVVIANDO verso una figuraccia internazionale l’editore e il direttore del Corriere della Sera Urbano Cairo e Luciano Fontana. L’appuntamento decisivo è ormai prossimo: è fissata per lunedì 24 giugno l’udienza per decidere sul rinvio a giudizio di Fontana accusato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti dell’attivista palestinese Shawan Jabarin.
Ricapitoliamo i fatti. Il 22 dicembre del 2021 l’edizione online del Corriere della Sera pubblica un articolo, intitolato Israele contro Laura

Boldrini: “ha invitato a Montecitorio ong accusate di terrorismo”, in cui riprende senza effettuare alcuna verifica le notizie diffuse con una nota dall’ambasciata israeliana in Italia. In particolare “venivano riportate – scrive il sostituto della procura

Shawan Jabarin

di Milano Maria Letizia Mocciaro nel decreto di citazione del direttore del Corsera Fontana per l’udienza di comparizione predibattimentale – le accuse di terrorismo mosse nei confronti di Jabarin da parte dell’ambasciata israeliana, senza dare conto che lo stesso non era mai stato condannato per attività terroristiche ma anzi era componente del comitato consultivo di Human rights watch”. 
Il Corriere riesce addirittura a fare di peggio perché va oltre il testo israeliano che contiene notizie non vere. La sostituta procuratrice nel decreto di citazione diretta a giudizio aggiunge: “veniva altresì riportato che l’ambasciata israeliana accusava Jabarin ‘di avere organizzato e compiuto personalmente un attentato nel quale è stata uccisa una giovane israeliana, Rina Shnerb, quando invece la sede diplomatica israeliana aveva attribuito la responsabilità dell’attentato a un diverso soggetto, Arbid Samer, legato all’associazione ‘Addameer’, diversa dall’associazione ‘Al Haq’ della quale Jabarin è direttore generale”.

Karim Ahmad Khan

Nel marzo del 2022 Jabarin, difeso dall’avvocato del foro di Napoli Nicola Quatrano, ha presentato querela alla procura della Repubblica di Milano guidata da Marcello Viola. E la procura ha lavorato con impegno come

dimostrano le pagine scritte dal pm Mocciaro che inchiodano il Corriere e il suo direttore alle loro responsabilità.
La notizia dell’udienza per decidere sul rinvio a giudizio di Fontana è stata data da Iustitia nei primi giorni di marzo e per diverse settimane non è stata ripresa da nessuno. Due mesi dopo, il 5 maggio, il Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio ha pubblicato un servizio sul “Corriere rinviato a giudizio” firmato da Sabrina Provenzani
Torniamo all’udienza del 24 giugno. Toccherà ora al legale di via Solferino, Caterina Malavenda, convincere i suoi assistiti a chiudere con un accordo la gravissima questione. Ma pare che al giornale traccheggino e non c’è molto tempo.
Intanto il 28 maggio The Guardian, il prestigioso quotidiano inglese con oltre due secoli di vita diretto da Katharina Viner, ha pubblicato una documentatissima inchiesta su “La guerra segreta di Israele contro la Corte penale internazionale”, con il resoconto dettagliato di

intimidazioni, minacce, intercettazioni, notizie false e depistaggi operati dalle agenzie di intelligence israeliane per tentare di bloccare il procedimento giudiziario sulla guerra in corso dall’ottobre scorso nella striscia di Gaza.

Benyamin Netanyahu

Il 21 maggio il procedimento è arrivato a un primo step quando l’avvocato scozzese Karim Ahmad Khan, dal 2021 procuratore capo della Corte penale internazionale, ha chiesto al tribunale di emettere mandati di arresto contro i vertici di Hamas e contro il primo ministro di Israele Benyamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa Yoav Gallant per “crimini di guerra e crimini contro l’umanità” commessi nella striscia di Gaza dall’8 ottobre 2023.