Il comunicato sindacale diffuso il 21 luglio dal comitato di redazione.
Un'estate all'insegna della quotidiana precarietà, un'estate che sta mettendo a dura prova l'impegno e l'abnegazione di questa redazione, che pure - in assemblea e tramite il proprio organismo sindacale che a pieno titolo la rappresenta - aveva lanciato per tempo un responsabile allarme sulle gravi carenze - ambientali, organizzative e di organico - nonché sulla necessità di procedere a un adeguato numero di sostituzioni estive di giornalisti, sull'inderogabile esigenza di coprire i vuoti che numerosi si sono venuti a creare, sull'opportunità di prevedere una foliazione che, salvaguardando la qualità del prodotto, facesse i conti con tale insostenibile situazione.
L'allarme lanciato dalla redazione non ha purtroppo trovato - ancora una volta -risposte costruttive da parte degli altri soggetti: azienda e direttore - in una fase in cui il gruppo editoriale dimostra rinnovata vitalità e capacità di ulteriori, impegnative espansioni - hanno dimostrato di ritenere adeguato al prestigio e alla storia de Il Mattino un prodotto condizionato da una persistente, esplicita, devastante logica di dimensionamento delle risorse, di tutte le risorse a cominciare da quelle professionali. A ciò si aggiunga che Il Mattino appare sempre di più un prodotto non episodicamente alla mercè di gravissimi guasti tecnici, che addirittura mettono in discussione la già discutibile vivibilità degli spazi nonché la prima delle connotazioni di un giornale quotidiano e cioè la puntualità della presenza nelle edicole. Puntualità e ottimizzazione appaiono messe peraltro in crisi anche dalla cura - spesso approssimativa, per carenza di organici specifici - con cui il giornale viene accompagnato lungo il delicato percorso di diffusione e di commercializzazione. Di contro, si preferisce confezionare un prodotto sempre più destabilizzato e destabilizzante, rinunciando spesso a far ricorso agli inviati pur di fronte a eventi eccezionali e affidando intere pagine e cronache delicatissime non ai redattori ma a figure professionali sempre meno identificabili e sempre più precarie o addirittura prive di un qualsiasi rapporto comprensibile col giornale, Da una simile logica traspare la volontà di definire uno scenario in cui la redazione contribuisca e conti sempre di meno e sempre meno possa esprimere le proprie libere opinioni, a vantaggio di una sempre più vasta platea di collaboratori non garantiti, e perciò fragili e pronti a ubbidire a qualsiasi diktat in cambio di momentanea visibilità, salari bassi e silenzio assoluto.
Per i motivi sopra enunciati, il Cdr - interpretando lo stato d'animo e gli intenti della redazione - ha deciso di proclamare il primo dei tre giorni di sciopero già annunciati e rende noto che esso è fissato per domani sabato 22 luglio su domenica 23 luglio, in modo da impedire l'uscita del giornale di sabato su domenica.
|