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Dente reintegrato,
condannata l'Ansa |
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È ILLEGITTIMO il licenziamento di Maurizio Dente, redattore della sede napoletana dell’Ansa, firmato il 28 luglio 2006 dall’allora amministratore delegato dell’Ansa Mario Rosso, che guidava con mano ferma l’azienda insieme al direttore responsabile Pierluigi Magnaschi e al potente vicario Carlo Gambalonga, mentre il presidente della società era Boris Biancheri. Lo ha deciso Gabriella Marchese, giudice del lavoro del tribunale di Napoli, che il 9 marzo ha 'pronunciato' il dispositivo della sentenza di primo grado.
La decisione conferma in pieno due importanti passaggi della vicenda:
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l’ordinanza di nove pagine firmata il 9 novembre 2006 dal giudice Marchese che ha accolto il ricorso d’urgenza (ex articolo 700) contro il licenziamento presentato da Dente, assistito dal professore Orazio Abbamonte e dall’avvocato Stefano |

Orazio Abbamonte e Mario Rosso |
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Russo; la decisione del collegio del tribunale di Napoli (presidente Maria Della
Rossa, giudici a latere Dario Simeoli e l’estensore Luigi Ruoppolo) che il 27 dicembre 2006 ha respinto il reclamo presentato dall’avvocato Enzo Morrico per conto dell’agenzia.
Il giudice Marchese ha inoltre condannato l’Ansa a risarcire Dente per il danno subito con “una indennità commisurata alla retribuzione mensile globale di fatto percepita all’atto della risoluzione (licenziamento, ndr), con decorrenza dal licenziamento e sino al giorno di effettiva reintegra, da liquidarsi in separata sede”, al pagamento dei contributi previdenziali, degli interessi e delle spese legali liquidate in 2500 euro.
Il giudizio ha avuto tempi dilatati, con una parentesi davanti al tribunale di Roma, perché Dente aveva promosso anche una causa per mobbing nei confronti dell’Ansa, che dopo vari passaggi è stata unificata davanti al giudice Marchese. Su questa parte del giudizio nel dispositivo c’è soltanto scritto: “rigetta per il resto le domande”. Dal momento che il giudice in un primo tempo si era dichiarato incompetente sulla materia sarà necessario attendere il deposito della sentenza per avere un quadro completo e chiaro.
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