Associazione stampa,
licenziati i dipendenti

LA VERGOGNOSA GESTIONE” delle vicende dell’Associazione napoletana della stampa ha causato le prime vittime; si chiamano Bruno Izzo, Donatella Pappalardo e Paola Spinelli. Sono i dipendenti del sindacato ultracentenario dei giornalisti della Campania che il 10 marzo hanno ricevuto una lettera di licenziamento firmata dal presidente Enzo Colimoro. I tre

dipendenti hanno situazioni diverse. Izzo e Pappalardo hanno lavorato esclusivamente al sindacato, il primo come fattorino, la seconda come segretaria. Invece Paola Spinelli, assunta nel ’90


Donatella Pappalardo e Bruno Izzo
dall’allora presidente Lello Barbuto, è la storica ed efficiente interlocutrice dei giornalisti campani per i rapporti con l’Inpgi e la Casagit, incarico che venne formalizzato oltre quindici anni fa dagli allora presidenti dell’Istituto di previdenza, Gabriele Cescutti, e della Cassa di assistenza integrativa, Domenico Ferrara.
Intanto Colimoro si avvia lentamente verso lo scioglimento dell'Assostampa che il 4 marzo è stata radiata dalla Federazione nazionale della stampa. Infatti non ha ancora convocato un’assemblea dei soci, pure annunciata da mesi; non ha presentato un bilancio che fotografi l’attuale situazione economica, al di là dei tre milioni e mezzo di euro dovuti al comune di Napoli; e in cassa non ci sarebbero neanche i soldi del trattamento di fine rapporto dei tre licenziati. Sulla nebbia che da anni copre le attività del sindacato ha puntato il dito, anche se con grave e colpevole ritardo, il presidente dell’Inpgi Andrea Camporese che con una lettera del 26 febbraio ha comunicato a Colimoro “ai sensi di legge e di convenzione, formale disdetta della convenzione in essere, con effetto immediato”. La disdetta è arrivata dopo che l’Inpgi aveva


Mauro Fellico e Paola Spinelli

più volte chiesto “la rendicontazione contabile delle spese 2013”, cioè come erano stati spesi i 145mila euro che l’istituto aveva girato l'anno scorso alla Napoletana per fornitura servizi. E “l’omessa presentazione – ha scritto Camporese – costituisce grave

inadempimento contrattuale che non consente la prosecuzione, nemmeno provvisoria, della convenzione in oggetto”.
Più veloce nel riattivare l’ufficio di corrispondenza è stato il presidente della Casagit Daniele Cerrato: ha chiesto ospitalità all’Ordine dei giornalisti, che ha sede nel palazzo dell’Assostampa a via Cappella Vecchia, e dall’undici marzo ha trasferito da Roma a Napoli un suo impiegato, Mauro Fellico.