Suor Orsola: bocciati record,
la scuola rischia la chiusura

DOPO NOVE mesi di panchina torna in campo Marco Demarco, napoletano di Bagnoli, cinquantanove anni a giorni, per sedici anni e otto mesi, un record, direttore del Corriere del Mezzogiorno, oggi editorialista del Corriere della sera e del Cormezz, da febbraio in pensione.
Il 5 novembre è stato annunciato il suo esordio come direttore delle testate della scuola di giornalismo del Suor Orsola Benincasa, che sono “il quindicinale cartaceo free press 'Inchiostro', l’agenzia multimediale del sito 'www.inchiostro.it', il canale 'Inch-TV'  e la collaborazione con 'Run

Radio', la web radio del Suor Orsola Benincasa”.
L’ex direttore del Cormezz va ad affiancare Paolo Mieli, direttore fantasma della scuola sin dalla fondazione, e l’ex vice direttore della Tgr Pierluigi Camilli che coordina il laboratorio di giornalismo televisivo.

Pierluigi Camilli e Paolo Mieli

Nell’entusiastica nota stampa del Suor Orsola viene ricordato che la “scuola nell’ultimo biennio ha fatto incetta di premi e riconoscimenti”. E tra i riconoscimenti si cita anche il premio Siani per la legalità, ma non si ricorda che il Suor Orsola è uno dei soci fondatori del premio, riceve ogni anno targhe e pergamene (e a volte assegni) e ha nella giuria due rappresentanti: il rettore Lucio D’Alessandro e uno dei tutor della scuola, il redattore Rai Guido Pocobelli Ragosta.
Alla festa d’insediamento di Demarco con il rettore sono presenti il consigliere nazionale dell’Ordine delegato alle scuole Enzo Esposito, il presidente dell’Ordine regionale Ottavio Lucarelli, il responsabile della redazione Rai di Napoli Antonello Perillo, membro del comitato scientifico della scuola, tutti i tutor (con Pocobelli, Alfredo D’Agnese, Carla Mannelli, Alessandra Origo) e il loro coordinatore, Arturo Lando, che a chi qualche anno fa gli chiedeva con quali criteri venissero selezionati i giornalisti da invitare alle conferenze stampa spiegò: “invitiamo soltanto gli amici e chi ci può essere utile”, una risposta che da sola valeva una settimana di lezioni di giornalismo.

Ottavio Lucarelli e Antonello Perillo

L'atmosfera è autocelebrativa e Demarco quasi si commuove:non voglio nascondere l’emozione e la soddisfazione per questo incarico che mi consente di entrare a far parte di una squadra di lavoro di grande prestigio e

professionalità”. E così, pur emozionato, tocca involontariamente un punto nevralgico: la professionalità. Un punto questo al centro dell’intervento di Ottavio Lucarelli che rompe l’aria di festa parlando dei troppi bocciati della scuola agli esami di giornalista professionista: “non capisco come praticanti che hanno una laurea triennale e hanno completato un master non siano in grado di scrivere quarantacinque righe in italiano”.
Sulla percentuale troppo alta di bocciati di alcune delle scuole (attualmente sono quattordici) il consiglio dell’Ordine nazionale ha approvato nello scorso marzo un ‘quadro di indirizzi per il riconoscimento, la regolamentazione e il controllo delle scuole di formazione al giornalismo’.
All’articolo 11 comma 7 il consiglio stabilisce che ogni scuola per ottenere il rinnovo della convenzione deve raggiungere almeno 75 punti e indica tra i criteri di valutazione “il numero degli allievi che hanno conseguito l’idoneità professionale nella sessione immediatamente successiva alla chiusura del biennio precedente”. All’articolo 12 stabilisce le penalità: “in caso di mancato superamento dell’esame di idoneità professionale, in un numero compreso tra il 10% e il 20% dei partecipanti all’esame, sarà applicata una riduzione di 3 punti; oltre il 20% la riduzione sarà pari a 5

punti; oltre il 30% sarà di 10 punti”.
Vediamo allora i risultati dei ventotto allievi che hanno frequentato il biennio 2011-2013, pagando 13mila euro di iscrizione, e chiuso il praticantato nel novembre 2013. Alla sessione di esami dello scorso

Enzo Esposito e Enzo Iacopino

febbraio soltanto quattordici hanno superato gli scritti e gli orali, con una media imbarazzante del 50 per cento, una media neanche ipotizzata dai consiglieri che hanno redatto il ‘quadro di indirizzi’; ad aprile in tre hanno conquistato il tesserino di professionista; degli undici che non hanno superato l’esame né a febbraio né ad aprile in sette si sono presentati il 28 ottobre all’hotel Ergife per sostenere la prova scritta, mentre quattro hanno rifiutato l’ostacolo.
Abbiamo sospeso la scuola di Bologna – dichiara il presidente dell’Ordine nazionale Enzo Iacopinoperché aveva un punteggio di 72,5 e la soglia minima è fissata a 75 punti. È perciò evidente che una scuola con percentuali scadenti di promossi non può ottenere il rinnovo della convenzione con l’Ordine nazionale. Risultati, diciamo così, molto modesti hanno ottenuto nell’ultimo biennio il Suor Orsola Benincasa di Napoli e la Lumsa di Roma. Il ‘quadro di indirizzi’ è stato approvato nello scorso marzo, non può avere efficacia retroattiva e quindi, per

Arturo Lando e Carla Mannelli

questa volta, ed è l'ultima volta, non scatterà l’espulsione”.
Per quanto riguarda invece - continua Iacopino – i tre anni che decorrono dall’inizio del praticantato entro i quali bisogna superare gli esami, per gli allievi delle scuole c’è una

certa elasticità perché il praticantato si chiude con il biennio e non dopo diciotto mesi. Questo vuol dire che gli allievi del 2011-2013 che sono andati agli scritti del 28 ottobre saranno ammessi agli orali, ma rimarranno fuori in caso di bocciatura; questa è comunque una decisione di competenza degli Ordini regionali”.