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Numero due all'Ansa e ufficio
stampa camera di commercio
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CON QUESTO NUMERO Iustitia intraprende un viaggio negli uffici stampa delle principali realtà pubbliche e private della Campania e cominciamo dalla camera di commercio di Napoli, istituita il 10 marzo del 1808 da Giuseppe Bonaparte.
Dall'agosto 2000 l’ente camerale è presieduto da Gaetano Cola, assistito dai vice Cosimo Callisto, vicario, e Vito Amendolara e dal segretario Antonio Vinci; con i vice, fanno parte della giunta Giovanni Adelfi, Michele Gravano, Luigi Iavarone, Enrico Inferrera, Alessandro Limatola,
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Maurizio Maddaloni, Pietro Russo e Felice Siciliano. Nel 2006 il bilancio della camera di commercio è stato di 98 milioni di euro, coperti essenzialmente dal diritto camerale, un’imposta che grava sulle 260mila imprese della provincia di Napoli; i dipendenti a
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Angelo Cerulo e Gaetano Cola |
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tempo indeterminato sono 154, ma la pianta organica ne prevede esattamente cento in più; tra i 154 non c’è un giornalista addetto all’ufficio stampa.
“Nel 2003 abbiamo bandito una serie di concorsi; – dice Lucio Tisi, il dirigente responsabile del personale – tra questi anche il concorso per addetto stampa, poi una serie di rilievi ministeriali sulla necessità di verificare le richieste di mobilità e il blocco del turn over ci hanno paralizzato. Nel 2007 il concorso per l’assunzione di un giornalista è stato annullato; sarà probabilmente bandito nel 2008 perché il ministro Nicolais ha garantito che non ci saranno blocchi per le assunzioni”.
In attesa di un concorso ancora lontano i rapporti con la stampa vengono curati da Angelo Cerulo, sannita di Vitulano, quarantotto anni, da ventuno professionista, ex giornalista del Mattino, capo servizio aggiunto alla redazione partenopea dell’Ansa e numero due della sede, guidata da Mario Zaccaria.
“Cerulo – ricorda Tisi, che, con trentasette anni di servizio, è una delle memorie storiche dell’ente – ha iniziato da noi alla fine degli anni ottanta con un contratto di collaborazione che conserva tutt’ora. Prima di lui c’erano stati
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Vito Amendolara, Michele Gravano, Enrico Inferrera, Maurizio Maddaloni
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Massimo Ravel e poi il padre, Antonio Ravel”.
Ma il numero due di Napoli della più importante agenzia italiana può curare l’ufficio stampa della camera di commercio?
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Riformuliamo la domanda per essere ancora più chiari: a Milano sarebbe possibile vedere il vice direttore del Giorno o del Giornale occuparsi dell’ufficio stampa del presidente della Provincia? Certamente no, a Napoli invece è possibile; per di più tutto avviene alla luce del sole.
Ogni anno il mensile specializzato Prima pubblica un supplemento, ‘Uomini comunicazione’, con i nomi e i telefoni di portavoce, addetti stampa e responsabili urp della pubblica amministrazione centrale e locale. Ovviamente non manca Cerulo, con ben due diretti e la mail personale.
Del resto nel giugno 2003 lo stesso Cerulo, sentito come testimone nella vertenza tra Roberto Ormanni e l’Ansa, ha dichiarato: “Personalmente ho una collaborazione esterna con la camera di commercio debitamente autorizzata per iscritto dal direttore”.Non dice però quale direttore (Caselli? Anselmi? Magnaschi?) avrebbe autorizzato la “collaborazione esterna” e quale tipo di collaborazione ha, anche perché l’assunzione all’Ansa, che è del luglio ’92, è successiva al rapporto con la camera di commercio. Rimane in
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piedi un problema di deontologia professionale grande quanto una casa con un giornalista che ha il doppio ruolo di ufficio stampa e di cronista.
Un problema che non ha mai sfiorato i vertici e i dirigenti della camera di commercio, che anzi si sono giovati di una
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Pierluigi Magnaschi e Luigi Nicolais |
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copertura straordinaria sui media campani, a cominciare dai lanci dell’agenzia.
Un problema che avrebbe dovuto e dovrebbe interessare sia il sindacato, anche per i risvolti occupazionali, sia l’Ordine, che giustifica la sua esistenza se si occupa della corretta attività professionale dei suoi iscritti. Ma la parola deontologia sembra assente dal dizionario di cui dispongono a via Cappella Vecchia Enzo Colimoro (Assostampa) e Ottavio Lucarelli (Ordine campano).
Un problema che evidentemente non tocca Cerulo, che per anni ha firmato in prima persona centinaia e centinaia di lanci d’agenzia sulla camera di commercio, salvo fare un piccolo passo indietro, lasciando che le notizie venissero firmate da altri redattori Ansa suoi sottoposti, quando sono emerse le prime perplessità sull’anomalia del doppio ruolo.
E l’Ansa? Cosa dicono a via della Dataria? Poco, molto poco. Dal settembre 2004 l’agenzia si è dotata di un codice etico e ha affidato il compito di farlo
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Roberto Ormanni e Mario Zaccaria
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rispettare al consigliere d’amministrazione Pierluigi Messori. Ma anche prima del varo del codice per i giornalisti c’erano da rispettare regole elementari di correttezza e deontologia scolpite in leggi, codici e carte dei doveri, a cominciare dalla |
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‘Dichiarazione internazionale dei doveri dei giornalisti’ approvata a Bordeaux nel 1954 e dalla legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti del 3 febbraio 1963.
Investito in via ufficiale della questione Cerulo, Messori se l’è cavata in maniera che sarebbe troppo benevolo definire pilatesca. L’articolo 4 (‘Prevenzione dei conflitti di interesse’) del codice etico stabilisce: “Gli obiettivi ed i fini propri dell'attività di ciascuno dei destinatari devono perseguire unicamente ed esclusivamente gli interessi generali della Società, ed è quindi necessario evitare situazioni che palesino conflitti di interesse, intendendosi per tali situazioni ove si persegua un interesse diverso dalla missione di impresa, o si compiano attività che possano, comunque, interferire con la capacità di assumere decisioni nell'esclusivo interesse della Società o, ancora, attraverso cui ci si avvantaggi personalmente di opportunità d'affari della Società, o nelle quale i rappresentanti dei clienti, dei fornitori, delle istituzioni pubbliche ovvero pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, agiscano in contrasto con i doveri fiduciari legati alla loro posizione. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, costituiscono conflitto di interessi: - la cointeressenza
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- palese od occulta - del dipendente in attività di fornitori, clienti, concorrenti; la strumentalizzazione della propria posizione funzionale per la realizzazione di interessi contrastanti con quelli dell'azienda; - l'utilizzazione di |

Enzo Colimoro e Ottavio Lucarelli |
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informazioni acquisite nello svolgimento di attività lavorative a vantaggio proprio o di terzi e comunque in contrasto con gli interessi dell'azienda;
- lo svolgimento di attività lavorative di qualunque genere (prestazioni d'opere, prestazioni intellettuali) presso clienti, fornitori, concorrenti e/o presso terzi in contrasto con gli interessi dell'azienda”.
Di fronte al lavoro di Cerulo alla camera di commercio di Napoli e a quanto stabilito dal codice etico, Messori se la cava con due dichiarazioni stupefacenti. La prima: la situazione di Cerulo risale a un periodo antecedente alla mia nomina (e poco importa se continua ancora oggi, ndr). La seconda: nei comportamenti segnalati non ci sono violazioni del codice etico.
Proposta: e se prendessimo leggi, carte, codici, patti e vademecum e facessimo un grande falò?
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