Quando Passera fu chiamato da Mario Monti a far parte del governo dei professori e dei tecnici, qualcuno riconobbe sportivamente la capacità di Silvio Berlusconi di caratterizzare comunque con il proprio marchio di fabbrica anche il nuovo esecutivo che lo aveva di fatto silurato: non c’erano più le ministre Carfagna, Gelmini e Brambilla, ma almeno Passera c’era.
Ci fu anche chi pensò "ce l’ha fatta", alludendo a Nicole Minetti, che il sito Nonciclopedia.wikia presenta così: 11 marzo 1985, Rimini – vivente, a spese nostre.
I più iniziarono a leccarsi i baffi in attesa degli inevitabili giochi di parole, redattori capo e direttori di giornale attaccarono un post it al computer controllare i titoli riguardanti il ministro dello Sviluppo economico. Il rischio c’era, l’imboscata era in agguato, dopo la bucatura e la bufala la Passera avrebbe turbato i sonni innocenti di chi era di turno al giornale. Ma il destino è cinico e baro, e prima o poi qualcuno fatalmente ci sarebbe cascato.
Accade il 4 settembre. Le ferie sono già un ricordo, Praga era uno spettacolo, a Formentera femmine con la pala, a Capri ormai ti fanno pagare anche l’aria. E intanto in Sardegna gli operai dell’Alcoa, fabbrica ormai in coma farmacologico, fanno una battaglia disperata per la sopravvivenza. A Reggio Emilia si svolge la Festa Democratica, quella che una volta era la festa dell’Unità con piadina, culatello, lambrusco, l’orchestra di Raul Casadei e cuccate tra gli stands nostalgici che espongono ancora tracce del passato, come la maglietta di Ernesto Che Guevara. C’è l’inevitabile dibattito e si parla dell’Alcoa. Il ministro Corrado Passera dice che ostinarsi a tenerla ancora in funzione è antieconomico, e così una slavina si abbatte sulla redazione dell’Ansa che alle 17,07 lancia un take: Passera, tenerla aperta costa.
È un comunicato, ma sa di accorto suggerimento in tempi di ristrettezze economiche e in vista dell’autunno e del cattivo tempo. Il maltempo è in arrivo, Formentera è un ricordo, cerchiamo di stare abbottonati. |