Il comunicato inviato dai
No global a Ansa Napoli

From: "ag. com. noglobalnet" <noglobalnet@noglobal.org>
To: <ansa.napoli@ansanet.it>
Sent: Friday, December 01, 2006 3:52 PM

COMUNICATO STAMPA
I Centri Sociali dell'etere occupano la Sede di Telelibera :
"Per il diritto alla comunicazione liberiamo l'etere dalla speculazione!"

Questa mattina 50 mediattivisti napoletani con i componenti della redazione di insu tv, la televisione di strada partenopea, hanno pacificamente invaso la sede di Telelibera per denunciare l'occupazione a scopo speculativo del canale VHF 19 da parte di quest'ultima. Telelibera trasmette già su altre frequenze oltre che sul digitale terrestre. Non è quindi il suo diritto a trasmettere ad essere in discussione, ma il fatto che con questa spregiudicata operazione occupa un'altra frequenza su scala provinciale.
E fra i suoi effetti collaterali c'è l'oscuramento temporaneo del videoattivismo partenopeo!
In un cono d'ombra della frequenza 19, infatti, nel centro storico di Napoli, vengono trasmessi da oltre 2 anni i programmi autogestiti di Insu tv, realizzati dai mediattivisti,  dalle associazioni del territorio e dai movimenti sociali napoletani.
Insu tv (web space www.insutv.it) è un'esperienza non commerciale, senza
pubblicità né altra forma di lucro, finalizzata alla riappropriazione dal basso del diritto di comunicazione sancito dall'articolo 21 della costituzione.
Noi rivendichiamo, insieme a tutto il movimento nazionale delle telestreet e dei media comunitari, non solo il diritto ad esistere ma l'assegnazione, nel piano delle frequenze, di spazi per l'accesso diretto, no profit e dal basso alla produzione comunicativa. Il superamento della legge Gasparri non può non tenere conto infatti della nuova esperienza dei "media comunitari".
(L'iniziativa di oggi è forse la prima azione diretta in tal senso ed anticipa le iniziative meditative e le mobilitazioni che sicuramente seguiranno quando andranno in discussione  i cambiamenti legislativi sulla Gasparri). Migranti, disoccupati, ambientalisti, la società civile. Hanno diritto e possibilità di una presa diretta di parola che ridefinisca il concetto stesso di pluralismo e allarghi gli spazi di democrazia reale in questo paese. L'operazione di Telelibera invece, oltre che reprimere lo sviluppo di quest'esperienza (per ora traghettata sul canale Vhf 20), punta probabilmente a occupare un intera frequenza provinciale al fine di commercializzarla. Berlusconi evidentemente fa scuola (basti pensare al caso di Retequattro)!
Durante l'iniziativa si è svolto un confronto con il direttore di Telelibera Pompameo su questa vicenda. Confronto registrato sia dalle  nostre telecamere che da quelle dell'emittente. Per scelta si è deciso di non interrompere il lavoro redazionale.  Il direttore Pompameo ha garantito un incontro col proprietario Varriale al quale però non potremo che ricordare che l'etere non corrisponde col suo conto in banca. Ora stiamo raccogliendo un appello di solidarietà rivolto agli operatori dei media "per il diritto di comunicazione contro ogni speculazione".

APPROFONDIMENTO
In questi anni  con InsuTv nell'etere televisivo, radiolina in quello radiofonico, radioazioni e Indymedia/Napoli sul web ecc.è cresciuto in città un movimento di riappropriazione dell'acesso diretto all'informazione e alla comunicazione che traduce le istanze dei nuovi movimenti nati a Seattle.
Se un altro mondo è possibile, bisogna innanzi tutto che abbia diritto di parola!
Le tv di strada o telestreet, come suggerisce la stessa definizione, si caratterizzano per il grado di prossimità che esiste tra produttori e consumatori di informazione,  una prossimità  tesa a  coinvolgere i telespettatori nella creazione dei contenuti e del palinsesto. Per un accesso libero ed autorganizzato, non filtrato dagli interessi della tv commerciale e dalla "verticalità" caratteristica dello strumento televisivo tradizionale.
Insomma, dalla tele-visione alla proxi-visione: si cambia rotta, si dà spazio alle esigenze, ai bisogni ed ai sogni che risultano parcellizzati in un territorio sempre più disgregato e socialmente discontinuo, utilizzando il mezzo televisivo come strumento di connessione.
Un luogo in cui la gente possa riconoscersi ed incontrarsi secondo le proprie culture senza sottostare alla sintassi patinata dei media mainstreem.
Qui a Napoli questa esperienza si chiama insu tv e trasmette da quasi 3 anni in un cono d'ombra lasciato vuoto in un mercato regionale di sfruttamento dell'etere fatto di 105 televisioni di cui dopo la legge Mammì solo il 60% ha una reale licenza per la trasmissione mentre le restanti emittenti, tra cui molte di quelle più famose, continuano a fare business senza una legale licenza. A noi non interessa, ovviamente, metterne in discussione il diritto di trasmissione, ma teniamo a sottolineare le differenze con un'esperienza come InsuTv.
Una telestreet, infatti, non monopolizza intere frequenze, ma occupa una piccola porzione di etere, un cono d'ombra appunto, mettendolo a disposizione di tutti senza un solo minuto di pubblicità, senza alcun profitto, così come i centri sociali occupano un piccolo stabile abbandonato per restituirlo ad un utilizzo sociale e fuori dalle logiche del mercato

Media Comunitari Campani:
InsuTv
Radioazioni
Radiolina
Indymedia/Napoli
Radio Terra Terra
Delira Tv
Radio Asilo
Centri sociali Officina 99, Ska, Lab Insurgencia
Area Antagonista Camapana


“Il comunicato – fanno sapere i No global – da noi inviato alla redazione napoletana dell’Ansa non è mai stato messo in rete”.