Arrivò nel 1982 insieme ai computer. Avevamo un direttore politico sciccoso, Franco Angrisani: cento giacche di cashmere, mille e una scarpa. Eppure quando vide il nuovo direttore amministrativo ebbe un moto d’invidia: sembrava appena uscito dal cellophane, ogni cosa a posto, la riga dei pantaloni e dei capelli esatta al nanomillimetro. Da allora, fanno vent’anni, Massimo Garzilli esplora ogni sera i nostri corridoi, elegante, dritto e allegro nonostante noi. Di nuovo ha solo qualche capello bianco, forse se l’è tinto per rafforzare l’effetto-abbronzatura e accrescere l’astio in chi impallidisce come un fantasma sotto i lumi al neon. Per vent’anni mi sono chiesto come facesse ad andare e venire dalle isole Seychelles, se ci martellava senza prendersi mai ferie. Poi una talpa di recente ha insinuato il dubbio: “Si fa la lampada sotto casa”. - È vero dottor Garzilli?
“È falso. È una calunnia messa in giro dalla concorrenza. Ho appunto qui un sondaggio di opinione per dimostrare che zero direttori amministrativi su cento ricorrono a simili trucchi”.
- Già, i sondaggi: uno al giorno toglie il giornalista di torno e indica le vie maestre della libera informazione. Ma mi tolga una curiosità, visto che l’intervista immaginaria consente certe confidenze: è vero che avrebbe desiderato di dirigere il giornale tout court, dal lato delle notizie?
“È un’altra calunnia, forse di fonte sindacale. Certo, io oggi avrei messo di spalla quella storia di cronaca e non la politica. Di taglio,invece... Ma non entriamo nei particolari: suvvia, più attenzione ai giovani e agli anziani, sono questi i target del futuro. Senza scordarsi dello sport locale, serbatoio di copie”.
- Aridateci Maradona. Del resto, lei stesso, lei multiforme, è noto calciatore: un terzino che azzanna l’avversario, con la dentiera al posto delle scarpette. Una volta ha mandato in infermeria l’intera squadra rivale e pure qualcuno dei nostri. È vero che mutila gli stipendi con la stessa tecnica?
“È un’altra bassa insinuazione. Come benefit vi regalo una massima: lo stupido lotta per il pranzo, l’intelligente per la verità. Siate giornalisti fino in fondo, solo i bilanci sani consentono la libertà d’informazione”.
- Poco dopo il suo arrivo, noi con qualche grado nella nomenclatura redazionale, per l’azienda diventammo dirigenti (fatta eccezione per gli stipendi suddetti). Le propongo io una massima: i lavoratori meno efficienti vengono trasferiti ai posti in cui fanno meno danni: diventano dirigenti.
“L’ha detto lei. Io sono convinto che ciascuno è al posto giusto. Altrimenti il Mattino non sarebbe in edicola da centodieci anni e io qui da venti”.
- Storica coincidenza di anniversari. Se non fosse in via Chiatamone, magari oggi sarebbe un famoso musicista perché la musica, dice la talpa, è l’altra sua passione...
“Stavolta confermo. Il problema è che non so suonare nessuno strumento, neppure il triccheballacche. Il campanello però sì, e magnificamente: chiedete a Marisa. Di spalla stasera che mettiamo? Io vedrei bene quella notizia da Kabul, mentre quell’altra da Forcella”. |