Dite a vostra scelta il nome di una città, una qualsiasi, o quello di un politico di spicco, o di un giornalista di grido, o di un’istituzione culturale di prestigio, o di un qualsiasi Palazzo del Potere. Tranquilli, Lui in quella città è stato invitato a presentare il suo libro, con quel politico ha diviso il tavolo degli oratori o il divano di un salotto culturale, da quel giornalista è stato di sicuro intervistato. Lì, al Campidoglio o alla Mondadori o all’istituto Goethe. Lui è il simbolo della partenogenesi, che può riprodursi all’infinito senza necessità di essere fecondato. Lui è Gennaro Sangiuliano, Genny per gli amici.
Una gavetta dura tra televisioni private, giornali locali e poi nazionali fino ad arrivare all’approdo naturale, il Tg 1, da vice direttore. Giovanili trascorsi in una sezione del Msi napoletano, poi fulminato sulla via della sanità da Francesco De Lorenzo che fu suo mentore, infine approdato tra le teste pensanti del Pdl. Al principio fu biografo ufficiale, ancorché il più qualificato, di Giuseppe Prezzolini. Ora, sdoganato perché defunto il comunismo sovietico, lo scopriamo arguto e colto narratore delle vicende italiane di un totem degli anni in cui i compagni mangiavano i bambini: Scacco allo zar - Lenin a Capri.
Lo ha presentato a Roma, a Milano, a Villa Fersen a Capri, a Cecina in provincia di Livorno. Ovunque. Ha parlato di Vladimir Ilic Uljanov (Lenin) con Ignazio La Russa e Vittorio Feltri, con Fausto Bertinotti e l’ambasciatore russo Alex Meshkov, con Gianni Alemanno e Francesco Giorgino del Tg 1, con Vincenzo Mollica del Tg 1 e con Gigi Marzullo di Rai Uno, che però non gli ha detto: “Si faccia una domanda e si dia una risposta”. L’Unità ha parlato bene del suo libro (“Ma questo è un ossimoro della Storia”, ha detto Gennaro), da Napoli Antonello Perillo del tgr campano, che con Sangiuliano ha lavorato a Canale 8 (l'emittente della triade De Lorenzo-Di Donato-Pomicino), ha affidato a Facebook la propria commozione: Sto leggendo un bellissimo libro.
Nel frattempo Gennaro trova il tempo per collaborare a Il Sole 24Ore con articoli di economia e per riflettere amaramente, sempre sul social network, sul Circo Barnum di cui fa parte: “Il Pdl quasi non esiste più. Macerie del centrodestra. Ma del resto cosa ci si aspettava dopo la Minetti, la Carfagna e tutte le belle signorine in Parlamento... Che tristezza!!!!” Infine, l’apoteosi il 2 giugno: un’intervista al telegiornale di Russia 1 “in prima serata, il tg più importante della Russia” (lo ha rivelato lui stesso).
E sullo schermo appare lui con il nome e cognome in caratteri cirillici. Gennaro è ubiquo, si moltiplica all’infinito. Gennaro è una matrioska. |