Siamo sicuri che il Mattino va salvato?

Mi chiamo Pino Neri e sono un giornalista che lavora dal settembre 1989 esclusivamente per Il Mattino. Ho scritto circa cinquemila articoli per questo giornale, anche a una media di cinquanta articoli al mese. Il problema però è che questo stesso giornale, con la scusa di aver "regolarizzato" la mia posizione, da quattordici anni mi corrisponde la miserabile paga di 400 euro netti al mese (prima mi pagava ad articolo, praticamente a cottimo). Nelle mie stesse condizioni, chi più chi meno, si trovano altri corrispondenti del Mattino. Nel frattempo molti di loro, ormai quarantenni come me, se ne sono andati altrove, a fare un altro mestiere o a campare di espedienti.  E sempre nel frattempo tutti se ne fottono altamente di questa mia come di situazioni analoghe di sfruttamento schiavistico di chi non è raccomandato. Tutti i garantiti che stanno in redazione, compresi quelli che ora scomodano la canzone dei partigiani, se ne sono sempre strafregati di quelli come me. Non hanno mai mosso un dito ogni volta che sono state effettuate dal giornale assunzioni di chiaro stampo clientelare. Assunzioni che non tenevano nel minimo conto l'esigenza di dare spazio a coloro che hanno praticamente donato la loro vita a questo giornale, a coloro che hanno rischiato beccandosi minacce e insulti solo perché svolgono onestamente il loro lavoro, contro i politici corrotti e i loro amici camorristi. Per cui ora mi chiedo proprio in che cazzo consista questo allucinato appello a salvare il Mattino. E hanno pure tirato in ballo i partigiani. Non c'è fine al peggio.

Pino Neri

Iustitia ha girato la lettera di Pino Neri al comitato di redazione del Mattino (Daniela De Crescenzo, Marco Esposito, Pietro Treccagnoli). Questa la risposta di Marco Esposito

Pino è un corrispondente da Pomigliano d'Arco, città - chiave nella regione. È un ottimo corrispondente. La sua amarezza, che racconta quella di centinaia di collaboratori del Mattino (e di altri giornali), è comprensibile. Quel che si comprende meno è l'accanimento contro chi sta cercando di contrastare una (ulteriore) contrazione del principale quotidiano del Sud. "Un Mattino mi son svegliato" è un appello a tutti a non lasciarsi scorrere le cose addosso, a reagire. A leggerlo bene, l'appello contiene una dose di autocritica: chi si sveglia in fondo ammette di aver sonnecchiato.

Marco Esposito
 
Pino Neri
Marco Esposito