Il Casalese, il 23 aprile
udienza gup per Amato

Il 23 APRILE Maurizio Conte, giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Napoli, deciderà sul rinvio a giudizio di Massimiliano Amato, uno dei nove autori del ‘Casalese’, la biografia non autorizzata di Nicola Cosentino, nel 2008 sottosegretario all’Economia e alle Finanze nel quarto governo Berlusconi e tutt’ora uomo di punta del Pdl campano (basta vedere alle elezioni di febbraio quanti fedelissimi è riuscito a spedire in parlamento).

Il giudizio contro Amato è stato avviato dal fratello di Nicola, Aurelio Cosentino, assistito dall’avvocato Amedeo Barletta, e dal suocero di Aurelio, Emilio Diana, difeso dall’avvocato Angelo Raucci.
Nel capitolo intitolato ‘Affari di famiglia’,


Amedeo Barletta e Gianfranco Mallardo

Massimiliano Amato, salernitano di Bracigliano, quarantasette anni, da diciotto professionista, giornalista dell’Unità, scrive: “Aurelio, classe 1966, ha impalmato il 23 ottobre del 2000 a Napoli Giuseppina Diana, figlia di Emilio Diana, un sottopanza del clan di stanza a Borgo Appio, frazione agricola di Grazzanise, arrestato per associazione a delinquere di stampo camorristico nell’ambito dell’operazione Spartacus 2”; e poi: “Emilio Diana, suocero di Aurelio Cosentino, è ufficialmente un coltivatore diretto di Borgo Appio. In realtà, secondo una ricostruzione della Procura distrettuale antimafia di Napoli era una delle rotelle dell’infernale ingranaggio messo in piedi da Francesco Schiavone (Sandokan), a cavallo degli anni ’80 ed i ’90, per truffare l’Aima. Una stangata da 200 miliardi (di lire, ndr)”.
Per il pm Cannavale le frasi di Amato non sono diffamatorie e chiede l’archiviazione della querela, ma è di avviso diverso il giudice per le indagini preliminari Giustino Gatti, presidente dell’ufficio gip del tribunale di Napoli. Nell’udienza camerale del 16 gennaio Amato, difeso dall’avvocato


Raffaele Piccirillo e Egle Pilla

Gianfranco Mallardo, spiega di essersi attenuto a quanto scritto dai giudici Raffaele Piccirillo e Egle Pilla nelle due ordinanze di arresto emesse nei confronti di Nicola Cosentino.
Ma per il gip il lavoro di documentazione svolto dal cronista è insufficiente.

Osserva infatti che Diana, arrestato in fase cautelare, è stato poi scarcerato dal tribunale del Riesame. “Risulta in modo incontrovertibile – scrive Gatti nell’ordinanza con la quale intima al pm di formulare il capo d’imputazione per rinviare a giudizio il giornalista – che nel dare la notizia dell’arresto di Diana Emilio si è omesso di fornire al lettore un resoconto completo, comprensivo cioè dell’esito del processo che lo vedeva assolto, tanto da fargli ottenere anche una somma a titolo di riparazione per ingiusta detenzione”.
Ordina perciò al pubblico ministero di formulare l’imputazione coatta; il pm esegue e il nuovo gip Maurizio Conte fissa l’udienza per il 7 marzo, ma un difetto di notifica fa saltare l’udienza che viene rinviata al 23 aprile.