Compagnone
va in pensione

IL 30 APRILE va in pensione Sandro Compagnone, napoletano, 67 anni a ottobre, da 39 professionista, che ha varcato per la prima volta l’ingresso Rai di via Marconi nel giugno 1987. In realtà l’ultimo giorno di lavoro l’ha fatto il 2 aprile, poi ha consumato le ferie arretrate. L’esordio è un contratto a termine per sostituire il deputato Clemente Mastella, mentre l’assunzione definitiva arriva nel gennaio del 1988. Il suo primo direttore regionale è stato Ernesto Mazzetti, l’ultimo Antonello Perillo, tra i due Giuseppe Blasi e Massimo Milone.
Dopo tredici anni di lavoro in Rai viene promosso capo servizio e ne occorrono altri tredici per conquistare i gradi di vice redattore capo. Per ventiquattro anni, dal 1991 al 2015, fa il turno dell’alba e diventa la voce

del Giornale radio della Campania in onda alle 7,20 e alle 12,10. Negli ultimi sei anni ha curato la trasmissione delle 7,30 ‘Buongiorno Regione’ e poi l’edizione del tg delle 14. Il settore di specializzazione

Massimo Caprara e Ernesto Mazzetti

è la musica classica, a cominciare dalle cronache del San Carlo, che dal ’90 copre anche come collaboratore di Repubblica Napoli e corrispondente da Napoli del mensile ‘l’opera’ (è, forse, la prima firma del settore in Campania), mentre non si è mai occupato di sport pur essendo un appassionato di tennis (il mito è Roger Federer) e di calcio (è tifosissimo dell’Inter come il direttore della Testata giornalistica regionale Alessandro Casarin).
Ricordiamo infine i primi passi professionali mossi nel febbraio del 1976 alla redazione napoletana dell’Unità guidata da Ennio Simeone e poi da Rocco Di Blasi, scomparso due settimane fa. Dopo un anno da ‘abusivo’ a tempo pieno, nel linguaggio del Pci di allora si parlava di ‘volontari’, decide di tornare a studiare. Dopo il liceo classico al Sannazaro si è iscritto a Lettere e filosofia alla Federico II e si laurea nel ’78.
L’anno successivo viene assunto come praticante al quotidiano Il Diario, diretto da Massimo Caprara, che vive poco più di un anno e mezzo. Nel 1983 viene assunto a Napolinotte, guidato da Gino Grassi, dove rimane fino al dicembre 1985 quando un incendio ne segna la fine. Subito dopo scrive per le pagine del Mattino curate da Pietro Gargano, una collaborazione che andrà avanti fino all’approdo in Rai.