The fab four di Repubblica

Nessuno, ma proprio nessuno, tra gli over 50 potrebbe avere il minimo dubbio o incertezza. Erano loro “The fab four” per definizione: McCartney, Lennon, Starr e Harrison.
I capelli lunghi, gli stivaletti, le camicie strette, la filosofia orientale, l’alimentazione alternativa, i timidi e impacciati tentativi di portarsi a letto quella che vorrei-ma-non-posso (certo meno umiliante di quella che oggi potrei-ma-non-voglio), i primi segnali di contestazione soft, che a quei tempi significavano rivoluzione destabilizzante. E loro, gli scarrafoni, erano lì a indicarci con le chitarre il cammino dei sogni. Ma la vita è un sogno, come ci invita a riflettere il filosofo Marzullo, detto Gigi, oppure i sogni ci aiutano a vivere? Fate voi: sta di fatto che sentivamo questo vuoto cosmico dentro di noi dopo che il quartetto si era dissolto. Abbiamo sperato, molti per la disperazione si sono sposati o sono diventati bancari, ci siamo illusi che potessero tornare.
E il miracolo si è verificato. Non in una cantina di Liverpool, ma in un loft della Riviera di Chiaia, dove nuovi fab four ci aiutano a sognare e soprattutto a interpretare la realtà, accompagnandoci con l’armoniosa musicalità dei titoli che essi creano per Repubblica Napoli. La formazione: alle percussioni Francesco “Ringo” Rasulo, al basso Eduardo “Paul” Scotti, alle chitarre Giovanni “John” Marino e Giantomaso “George” De Matteis. Non semplici componenti di un prestigioso desk, ma virtuosi del pc, tra le cui dita incantatrici diventano meravigliose sinfonie titoli, occhielli e catenacci. Ascoltiamoli in silenzio.
Sabato 6 ottobre: forse c’è fretta in redazione, c’è una jam session che aspetta tra whisky, tequila e sigarette lasciate a consumarsi sul bordo di una tastiera. C’è stato un nubifragio, un disgraziato muore annegato nell’auto nel sottopasso di uno svincolo autostradale. E l’indomani c’è il titolo con un catenaccio che recita: Allagamenti in città, a Torre Annunziata muore uomo di sessantanni anni (sembra un errore, ma cercate di captare il ritmo sincopato: in realtà sono Ringo Rasulo e John Marino che stanno facendo il controcanto al solista del pc Paul Scotti: tutti sono già piombati nella trance artistica per l’imminente concerto nel localino underground).
E ancora: un operaio della Avio di Pomigliano d’Arco, sindacalista della Fiom, licenziato a marzo viene reintegrato nel suo posto dal giudice del lavoro del tribunale di Nola. Il catenaccio di Repubblica informa: Brindisi e festa. “Un atto di giustizia”. Al brindisi partecipano anche i fab four del desk, che però alzano un po’ troppo il gomito. E al momento di titolare occhi e menti sono già appannati: disperato il tentativo di Giustino Fabrizio e Ottavio Ragone, di invocare l’utilizzo dell’etilometro. E così il titolo informa che il sindacalista Antonio Santorelli è stato reintegrato dal Tar, che in questa vicenda c’entra come l’oliva nella tequila di Eduard P. Scotti.
Ma bere fa male, davvero (ditelo ai vostri figli, nel caso decidano di fare i deskisti a Repubblica). Nell’alcool dei fab four della Riviera di Chiaia ci sono ancora evidenti tracce di sangue quando si svolgono le primarie del Partito Democratico. Spazio alle quote rose, ma è polemica perché i maschietti del nuovo soggetto politico fanno i furbi a danno delle donne. E così otto elette vengono dimesse per far posto agli uomini esclusi. Tutti i giornali, dal Mattino (il servizio è di Paolo Mainiero), al Corriere (Simona Brandolini), da Repubblica (Roberto Fuccillo) al Roma (Mario Pepe), evidenziano la trombatura forzata delle 8 donne elette.
Il titolo migliore, perché più immediato, lo fanno proprio all’Enoteca Chiaia: Le donne è meglio se restano a casa.
E vai così! Ma poi passa il ragazzo del bar, e c’è da fare il catenaccio. In due si sorreggono a vicenda, raggiungono la tastiera… e così “Partito democratico, sette si dimettono per fare spazio a un uomo”. Si, però che titolo! Champagne per tutti.

Monteiro Rossi

(*) Da www.beatles-fab.com
 
Paul McCartney (*)
John Lennon (*)
Ringo Starr (*)
George Harrison (*)
Gigi Marzullo
Paolo Mainiero
Simona Brandolini
Mario Pepe