Pigri o furbi

Mamma mia, com’è difficile essere politicamente corretti. E a volte, più ci provi e peggio fai. Il 31 ottobre l’Ansa Napoli, in un lancio siglato da PIO (Nando Piantadosi), mette in rete questa notizia: “Furto da 250mila euro nell'appartamento di Napoli del giovane modello Massimiliano Neri, visto e fotografato più volte in compagnia dell'étoile della Scala Roberto Bolle”. (Dopo tre ore, detto per inciso, in un altro take arriva l’inopinata “totale solidarietà” del commissario regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli e del capogruppo comunale del Sole che Ride Carmine Attanasio “al giovane modello Massimiliano Neri e al ballerino Roberto Bolle per il drammatico furto che hanno subito nel loro appartamento napoletano”). Più tardi anche l’Agi dà la notizia, siglata LIL (Lucia Licciardi), che scrive, ancora più ellitticamente: “il furto nell’abitazione di Massimiliano Neri, modello e proprietario di un ristorante giapponese nel quale spesso cena Bolle quando è a Napoli”.
Il giorno dopo, il primo novembre, i giornali danno la notizia: il Mattino, il Corriere del Mezzogiorno e Repubblica Napoli che ripete pari pari il lancio Ansa. Nel 2009 il grande ballerino, in una lettera aperta a Vanity Fair, difese il suo diritto alla riservatezza dopo il falso scoop della rivista francese Numéro Homme, secondo cui Bolle aveva parlato della propria omosessualità. Parole da sottoscrivere dalla prima all’ultima: “la cosa che più mi ha stupito è che della mia privacy si è impossessato, con violenza e senza alcun rispetto, proprio chi ogni giorno si professa tutore sensibile e attento dei diritti dell’uomo in quanto Persona. E parallelamente che questa violenza sia stata amplificata dai media che, in una società civile, raccontano il progresso della società in continua evoluzione, e lavorano per il diritto all'informazione. Di quali diritti parliamo? Che cosa c'è di dignitoso nel perseguitare una persona, e che cosa c'è di giusto nel porre così tanta attenzione su temi privati?”.
Ma altrettanto poco dignitoso e ingiusto è dire e non dire, alludere, usare circonlocuzioni da sagrestia, con la furbata di dare l’impressione di rispettare la vita privata delle persone senza deludere la curiosità morbosa dei lettori. Repubblica, quotidiano che a livello nazionale ha fatto di temi sociali e civili alti la sua bandiera, nell’edizione di Napoli trascrive quel “visto e fotografato più volte in compagnia dell’étoile” dell’Ansa, unendo l'occhio del guardone alla pigrizia del compilatore. Bolle ha il diritto di pretendere riservatezza. Ma al suo posto non sappiamo che cosa offenderebbe di più la nostra vita privata: vederla violata, o ridotta allo scatto di un paparazzo.

Ettore Fanelli

 
Massimiliano Neri
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