Nuovo Espresso
tra Palma e Nola

VENERDÌ 15 SETTEMBRE è andato in edicola a quattro euro il primo numero de ‘L’Espresso’ senza più il paracadute di Repubblica, che aveva tutelato le vendite del settimanale dall’agosto del 2016 in uscita la domenica in abbinamento obbligatorio con il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. Viene così reciso l’ultimo filo che ancora legava al gruppo Repubblica lo storico settimanale fondato nell’ottobre 1955 da

Arrigo Benedetti, direttore, e Eugenio Scalfari, responsabile amministrativo.
Nella primavera del 2022, ricorda il direttore Alessandro Mauro Rossi nell’editoriale che apre il nuovo

Donato Ammaturo e Danilo Iervolino

corso, la Gedi, il gruppo editoriale proprietario di Repubblica, la Stampa e altre testate, ha ceduto la proprietà a “Bfc Media, società ora controllata da Danilo Iervolino e da Alga di Donato Ammaturo”.
Ammaturo è un arrivo recente. A maggio ha acquistato il 49 per cento del settimanale con un esborso di poco inferiore ai sei milioni di euro (e ha piazzato la figlia Angela nel consiglio di amministrazione dell'Espresso media spa), mentre la maggioranza del 51 per cento rimane nelle mani di Iervolino. I due imprenditori si conoscono da molti anni anche perché hanno entrambi radici nel Napoletano, in due comuni poco distanti: Iervolino a Palma Campania, Ammaturo a Nola.
Da qualche anno Iervolino è un personaggio noto alle cronache. Nel 2021 con la vendita della sua università telematica Pegaso incassa un miliardo di euro dal fondo CVC. Nel dicembre dello stesso anno rileva dal patron della Lazio Claudio Lotito la Salernitana e qualche mese dopo esordisce nell’editoria acquistando diverse testate tra cui L’Espresso e Forbes Italia. Secondo l’ultima classifica pubblicata da Forbes, la rivista Usa di economia, Iervolino occupa il quarantanovesimo posto tra gli uomini più ricchi del paese con un patrimonio di un miliardo e cento milioni di dollari.
Donato Ammaturo è la terza generazione di una famiglia che ha cominciato a occuparsi di idrocarburi ne 1954; da oltre venti anni ha avviato una diversificazione investendo nell’energia green per poi allargarsi ad altri settori. Per la sua azienda principale, la Ludoil, il fatturato 2021 supera il miliardo di euro. Il suo ingresso in primavera nel mondo dell’editoria ha risvegliato l’interesse dei media. Nel numero dello scorso maggio il mensile Prima Comunicazione gli ha dedicato due pagine per una biografia affidata all’ex graduato di Affari&Finanza Stefano Carli. Più aggressiva l’inchiesta firmata il 27 maggio sul Domani da Giovanni Tizian e Nello Trocchia. Si accendono i riflettori sui rapporti con la politica per l’arrivo recente nel gruppo di Rodolfo Errore, che tra l’altro ha l’incarico di vice presidente dell’Espresso media spa, un manager considerato vicino a Massimo D’Alema. I giornalisti del Domani, pur precisando con chiarezza che Ammaturo non è indagato, riportano stralci di intercettazioni di una indagine della

Angela Ammaturo e Alessandro Mauro Rossi

procura antimafia di Catanzaro sul clan del potentissimo boss Luigi Mancuso in cui si parla di Ammaturo. Prima di scrivere Tizian e Trocchia avevano anche contattato il gruppo Ludoil ma in

risposta avevano ricevuto dall’avvocato della società Marco Campora una diffida a pubblicare passaggi delle intercettazioni.
Come già scritto, i due nuovi editori non hanno problemi di liquidità ma si trovano davanti una montagna impervia da scalare. L’enorme patrimonio culturale dell’Espresso è stato via via largamente intaccato. Le vendite dei cartacei vanno quasi ovunque male o malissimo, con immediati riflessi sulla pubblicità. Il settimanale ha un organico, oltre al direttore e al vice Enrico Bellavia, che conta 22 giornalisti (con 12 graduati) e 4 amministrativi, cui vanno aggiunti 12 opinionisti e 48 collaboratori fissi. Buona fortuna.