Nazisti e foibe

Cara Iustitia,
sorrido per non piangere; racconto per meglio poter digerire i rospi che, sempre più spesso, il mio mestiere di giornalista ti obbliga a mandar giù. Ma veniamo ai fatti.
Lo scorso 11 febbraio a pagina 6 del quotidiano “Metropolis”, diretto da Giuseppe Del Gaudio, compariva tra le altre notizie anche un resoconto sulla celebrazione tenuta il giorno prima al Maschio Angioino per commemorare le vittime delle foibe, nel Giorno del ricordo. Erano presenti “il sindaco Rosa Russo Iervolino, l’ex senatore istriano Paolo Barbi, l’assessore all’Educazione del comune Raffaele Porta e il professore Luigi Mascilli Migliorini”.
Una settantina di righe, montate riportando con assoluta fedeltà quanto scritto nei lanci Ansa delle ore 14:15, 14:27, 15:18 e 16:11. Tutto bene sino a quando, evidentemente, non ci ha messo mano il deskista, che all’oscuro di cosa fossero le foibe e di cosa fosse accaduto in Friuli, nella Venezia Giulia e in Istria dopo l’8 settembre 1943 e successivamente l’entrata delle truppe di Tito a Trieste, nel maggio del 1945, “spara” su quattro colonne il titolo: “Foibe, Napoli ricorda le vittime del nazismo”. Questo, non prima di aver dato prova delle sue ‘profonde’ conoscenze storiche, con un occhiello che rimanda a un’iniziativa nata per “commemorare i martiri dell’eccidio del 1945” (non si tratta di una sola strage ma di decine e decine di massacri, perpetrati in luoghi e periodi diversi nell’ambito di un solo progetto politico).
Lascio ad altri, che da un punto di vista umano e anche storico hanno più titoli di me, il commentare l’imperdonabile strafalcione. Non prima, però, di aver suggerito, a quanti hanno in mente di istituire nuove ricorrenze, di prevedere nel budget di spesa anche dei corsi per giornalisti che con le loro lacune rischiano di fare più danni dell’oblio.

Rodolfo Vbra

 
Giuseppe Del Gaudio
Paolo Barbi
Raffaele Porta
Luigi Mascilli Migliorini