Mattino, le stanze via via si svuotano

Cara Iustitia,
le cose, a volte, parlano. Semplici oggetti spostati, librerie svuotate, scrivanie e computer che spariscono da un giorno all'altro. Il racconto silenzioso (ma percepibile visivamente) di una trasformazione.
A via Chiatamone, in questi giorni, molti oggetti "parlano", certe assenze ricordano un passato che non tornerà più, mentre il nuovo assetto logistico annuncia ciò che sarà il nuovo Mattino.
Nel giro di un paio di notti si è consumata l'ultima rivoluzione. Sono state alzate pareti, abbattuti muri divisori e persino cancellate porte. Parola d'ordine: razionalizzare gli spazi. Così dicono abbia voluto il Grande Architetto (Massimo Garzilli, ndr) che siede nel suo immutabile quanto immarcescibile studio pieno di ricordi e glorie attaccate alle pareti del secondo piano.
Da buon pianificatore delle risorse umane, il Grande Architetto, senza badare a spese, ha mirato soprattutto a razionalizzare i nuovi ambienti di lavoro del Mattino.
È vero: a volte le cose parlano. E ne raccontano di cose. Raccontano, per esempio, di una nuova postazione immersa nel verde lussureggiante di un "jardin d'hiver" che ora circonda la scrivania del nuovo responsabile del neonato settore Politica-Economia (Fabio Scandone, ndr). Spazi nuovi e più consoni all'accresciuto numero della pattuglia per il settore Cultura-Spettacoli (settore guidato da Titta Fiore, con agli spettacoli Luciano Giannini, capo, Donatella Longobardi e Federico Vacalebre e alla Cultura Pietro Treccagnoli, nuovo capo fino a pochi giorni fa impegnato nelle battaglie sindacali, e Alessandra Pacelli, ndr), mentre la stanza che fu del coordinatore del secondo dorso, Claudio Scamardella, è ora occupata dalla redazione Internet. Certo, in questo allargare e comprimere la fisarmonica degli spazi, c'è pure qualcuno che ci rimette: tocca a quelli della Cronaca di Napoli, che arretrano per concedere preziosi metri ai vicini degli Spettacoli. Ma qualcuno dovrà pur sacrificarsi, in nome del bene comune.
Quando le cose parlano. Dicono i soliti maligni - che ci sono sempre e che sopravvivono alle cassintegrazioni e ai prepensionamenti - che la nuova redistribuzione dei luoghi di lavoro rappresenti in fondo l'istantanea più lucida del futuro Mattino. Un Mattino senza più inviati per l'estero e con un solo inviato per l'Interno (Raffaele Indolfi, sessantacinque anni a novembre, ndr).
Un Mattino depauperato delle risorse che aveva alla redazione sportiva.
Un Mattino costretto sempre più a ruolo di subalterno della casa madre Messaggero.
In questo modo la nuova logistica si trasforma in una chiave di lettura che consente di interpretare bene anche certe nuove rendite di posizione (tristemente assimilabili a certi megauffici dei dirigenti galattici granduff.- lupmann. eccetera di fantozziana memoria).
Tutto in una notte, proprio come avvenne al ministero del Lavoro, in occasione della firma di un accordo che non accontenta nessuno, se non l'azienda.

Xavier de Maistre
 
Massimo Garzilli
Titta Fiore
Federico Vacalebre
Alessandra Pacelli
Claudio Scamardella
Raffaele Indolfi