Mattino, si cerca la via per fuggire

Chi ha potuto è fuggito anche azzardando (Gianpaolo Longo, ndr). Non ce n'è uno tra i corridoi del Mattino, desolati e inariditi, che non si guardi continuamente intorno. Dai graduati sgraditi, all'ultimo dei collaboratori, si cerca la via di fuga. E non solo perché le condizioni di lavoro sono complessivamente peggiorate. Si ha la sensazione di essere caduti vittime di un piano derelitto, in un buco nero di incomprensibile odio Nelle mani di una congiura di psicopatici.
Fatti i conti, guarda quanta gente è già scappata (Matteo Cosenza e Emiliano Fittipaldi, ndr). Chiedi ai più informati e puoi pubblicare un elenco dei movimenti negli ultimi quattro anni. Includendo le meteore che sono passate e fuggite a gambe levate (Dario Del Porto, ndr), anche se si trovavano nei panni dei privilegiati. Se il Mattino non si è ancora svuotato del tutto è perché è difficile inventarsi da capo la vita soprattutto se si ha più di cinquant'anni. Scommetti quello che vuoi che tutti ci stanno pensando. Tutto questo odio per i giornalisti, che già serpeggiava tra gli amministratori, ha trovato una saldatura inattesa. Ma perché? E dove porterà?
La fortuna di chi sta distruggendo il giornale è nella paura, non nel rispetto. Non ci crede più nessuno. È solo per paura che la redazione si è spaccata. Tutti infelici, frustrati, scontenti, oberati: dovrebbe bastare. Ci vorrebbe il tribunale per i diritti dell'uomo. Anche i contenti di oggi presto se ne accorgeranno. Non si va da nessuna parte ma forse è proprio quello che si vuole. O si è troppo stupidi per non capirlo.

O' Connor

 
Matteo Cosenza
Emiliano Fittipaldi
Dario Del Porto