Anche le denunce Cgil
nelle indagini Guglielmo

PARTONO DA LONTANO le indagini che il 16 luglio hanno portato all’arresto di Enrico Guglielmo, ex sovrintendente ai Beni architettonici di Napoli, che oggi ricopre lo stesso incarico alla sovrintendenza di Caserta e Benevento. I reati contestati al sovrintendente sono associazione a delinquere, turbativa d’asta, corruzione e falso ideologico.
Il 26 e il 30 ottobre 2006 Ciro Crescentini, allora segretario del sindacato partenopeo della Fillea, gli edili iscritti alla Cgil, presentò due denunce alla

procura della Repubblica e alla Guardia di finanza sugli appalti anomali di diverse  sovrintendenze campane. In particolare nella seconda veniva spiegato il meccanismo utilizzato da alcune sovrintendenze per pilotare l’assegnazione degli appalti destinati al


Graziella Arlomede e Filippo Beatrice

restauro artistico, archeologico e architettonico attraverso il sistema del ‘cottimo fiduciario’. “Questo sistemava, – chiariva Crescentini nella denuncia – grazie a una presunta massima urgenza, consentiva di evitare le gare e di affidare gli appalti a imprese di fiducia”.
Nel gennaio 2008 Enrico Guglielmo riceve l’avviso di garanzia dalla procura di Napoli e il sostituto procuratore che conduce le indagini, Filippo Beatrice, ascolta a lungo Crescentini, che intanto nel settembre 2007 è stato licenziato dalla Cgil campana per motivi mai ben chiariti. Indagini complesse, quelle sulla sovrintendenza di Napoli, che hanno visto nell’ultimo periodo Beatrice, da luglio trasferito a Roma alla Direzione nazionale antimafia, affiancato dal sostituto Graziella Arlomede. Insieme hanno firmato la richiesta di arresto, accolta dal gip Luigi Giordano.