Quella “zona rossa” che accorpa diciotto comuni vesuviani che sono ad altissimo rischio vulcanico proprio non gli va giù. E allora per chiederne la modifica il sindaco di Sant’Anastasia, il pidiellino Carmine Esposito, ha deciso di buttarla in musica e ha inciso un cd con la parodia della immortale Rose rosse per te, cantata nel 1969 da Massimo Ranieri (Zona Rossa mai più/ no non è una chimera/ e il tuo cuore lo sa/ cosa voglio per te/ Di vincoli si muore/ e non so immaginare/ vie di fuga per te/, da quando l’ho pensato/ sarà perché han sbagliato/ gli scienziati per me).
Per la sua fatica canora Esposito, di cui si dice che sia un valente chansonnier, ha deciso di dotarsi di un aedo di fiducia, come Silvio Berlusconi fa con Mariano Apicella, ed ha avuto il supporto tecnico di Giovanni Vitale, 62enne musicista noto nella zona vesuviana, come ci riferisce Daniela Spadaro del Mattino, col nome d’arte di Juan La Makkia: una vita tra feste di piazza e sagre paesane attraverso l’Italia, impreziosita da tournèe con Claudio Villa e esibizioni come “spalla” di Sergio Bruni, Mario Merola e Giulietta Sacco.
I giornali dedicano ampio risalto all’insolita iniziativa del sindaco Esposito: lo fa prontamente anche il Cormezz con il proprio sito web, che il 5 maggio riferisce della protesta canora: Sant’Anastasia, il sindaco canta Morandi contro i vincoli all’edilizia nella zona rossa. E così a Gianni Morandi viene attribuita la paternità di un successo altrui. Un dispetto, certamente, del desk del Corriere del mezzogiorno on line: e ci sembra di rivivere quelle giovanili rivalità tra morandiani e ranieriani, un po’ come i fans di Fausto Coppi e Gino Bartali (noi, naturalmente, eravamo per Ginettaccio, che aveva il naso triste come una salita e che, ne siamo certi, in quella famosa foto aveva passato la borraccia a Fausto) o tra Sandro Mazzola e Gianni Rivera l’abatino (se volete saperlo tifavamo per Sandrino). Grazie al Corriere del Mezzogiorno la Siae dovrà dunque cambiare il destinatario dei diritti di autore di una canzone che viene cantata ininterrottamente da oltre quaranta anni ai matrimoni e alle feste dell’Unità.
Ma perché proprio Rose rosse? Quando si dice la sfiga. Si poteva fare la parodia di Luna rossa, canzone in napoletano e forse più adatta ad un messaggio pro-aree vesuviane. Ricordate? Luna rossa/ chi me sarrá sincera?/ Luna rossa, /se n'è ghiuta ll'ata sera/ senza me vedé... / E io dico ancora ch'aspetta a me, / for' 'o barcone stanott' 'e ttre.
Una melodia immortale, con un vantaggio mica da niente: l’hanno cantata Renato Carosone, Claudio Villa, Renzo Arbore, Mario Merola, Luciano Tajoli, Mario Frangoulis, Pietra
Montecorvino, Maria Nazionale, Caetano Veloso, Bobby Solo. E addirittura Roberto Loreti (l’indimenticabile Robertino, ora 65enne).
L’hanno cantata tutti, ma proprio tutti.
E i deskisti del Corriere del Mezzogiorno ci avrebbero azzeccato. |