Quotidiano del Sud
in fuga dalle notizie

OPINIONI TANTE, notizie pochissime: è questa la ricetta scelta dal direttore Roberto Napoletano che con il ‘Quotidiano del Sud l’ALTRA Voce dell’Italia’ il 10 maggio ha festeggiato il primo mese di vita. In fondo la fuga dalle notizie è una ricetta obbligata perché non potendo assumere una squadra di redattori deve arrangiarsi con qualche giovane collaboratore e attingere alla platea di pensionati e prepensionati del Messaggero e del Sole 24Ore. E sono proprio due prepensionati del Messaggero che, con la qualifica di vice direttori, chiudono la gerenza del giornale: l’ex vice direttore Stefano Regolini e l’ex capo servizio Antonio Lucchini che negli anni di Napoletano a via del Tritone aveva

lavorato al progetto di un inserto economico mai decollato. Nella fascia alta completano la gerenza, aperta dal direttore Napoletano, il direttore responsabile Rocco Valenti che da Cosenza governa le sette edizioni della Calabria e le neonate pagine delle

Paolo Guzzanti e Alberto Negri

Murge; il condirettore Roberto Marino trasferito dalla Calabria alla sala stampa romana di piazza Augusto Imperatore, dove Napoletano ha preso in fitto sei scrivanie, per cucinare le sedici pagine giornaliere con gli ex Messaggero; il condirettore per l’edizione Irpinia Gianni Festa fondatore del Quotidiano e della srl che edita il giornale, Edizioni Proposta Sud, controllata oggi dalla famiglia di imprenditori cosentini Francesco e Antonella Dodaro e presieduta da Paolo Posteraro.
Opinioni tante, dicevamo, troppe. Una folla di firme di prestigio che affoga la prima e anche le pagine interne. Qualche nome: Pietrangelo Buttafuoco, l’economista Fabrizio Galimberti, il presidente della Svimez Adriano Giannola, Giampiero Gramaglia, già direttore Ansa, Paolo Guzzanti, l'ex firma di punta dello sport del Messaggero Piero Mei, l’esperto di esteri Alberto Negri, lo storico Paolo Pombeni, il prepensionato Mattino Riccardo Marassi, uno dei primi vignettisti italiani qualche giorno un po’ appannato forse per la ruggine accumulata in diciotto mesi di attività a scartamento ridotto. E ci fermiamo qui.
Per riempire tutto va bene, anche le doppie pagine con richiamo in prima, è successo il 25 aprile e il 4 maggio, con stralci dal libro che Roberto Napoletano ha pubblicato due anni fa con 'La nave di Teseo'. Nonostante gli affanni dell’avvio, il giornale gode di buona stampa, con qualche eccezione, grazie ai rapporti forti costruiti dal direttore in cinque anni da numero uno del Messaggero e sei al vertice del Sole 24Ore: in queste settimane ci sono state interviste televisive, passaggi nelle rassegne stampa delle tv nazionali e un servizio senza firma molto

Pietrangelo Buttafuoco e Giampiero Gramaglia

amichevole del mensile Prima comunicazione. Chi invece non si è associato agli applausi è la Verità diretto da Maurizio Belpietro che ha pubblicato una pagina durissima firmata da Alessandro Da Rold; occhiello: Gli spudorati; titolo:

Napoletano, botte al Nord con l’aiuto di Stato; sommario: L’ex direttore del ‘Sole 24Ore’, inquisito per false comunicazioni sociali e aggiotaggio, è ora alla guida di un dorso del ‘Quotidiano del Sud’. Accusa il Settentrione di scippare risorse alle regioni meridionali ma il suo giornale è diffuso grazie ai contributi pubblici.
Veniamo ora alle notizie che sono in sostanza affidate alle pillole di Giorgio Dell’Arti, che partono in prima e occupano la fascia alta di tutte le pagine, tranne la sedicesima che è riservata sin dal primo numero al ‘Vecchio Amaro del Capo’, l’azienda con sede a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, guidata da Giuseppe Caffo, che, con l’aggiunta della manchette nel taglio basso di prima, rappresenta per ora la gran parte della raccolta pubblicitaria della testata. Dell’Arti ha anche il compito di realizzare il numero del lunedì, una sorta di Foglio dei Fogli, la costola del quotidiano di Giuliano Ferrara, con “il meglio dei giornali della settimana”. Così i lettori del Quotidiano del Sud hanno letto ad esempio il 29 aprile l’intervista alla Stampa di Matteo Salvini; il 6 maggio i ‘ritratti di Montanelli’ tratti dal un libro edito quest’anno da Rizzoli; il 13 maggio un titolo su Massimiliano Allegri e un’intervista di Walter Veltroni ad Antonio Conte pubblicata dalla Gazzetta dello Sport. Chiudiamo con i numeri. Gli editori e il direttore sono muti; proviamo a ricavarli dai dati ufficiali. Il giornale in questi anni è andato avanti soltanto grazie al finanziamento pubblico: due milioni e 400mila euro per il 2017; un milione e 800mila per il 2018; un milione e 200mila per il 2019; 600mila per il 2020 fino a sparire nel 2021. L’equilibrio economico su cui si reggono le edizioni della Calabria, della Basilicata, dell’Irpinia e ora di Roma è molto delicata e ci sono forti i segnali di

sofferenza: ad oggi gli stipendi di febbraio e aprile non sono stati pagati. E le redazioni aspettano in silenzio perché il Quotidiano del Sud è forse l’unico giornale ‘nazionale’ che non ha un comitato di redazione nel silenzio dei sindacati regionali.

Massimiliano Allegri e Riccardo Marassi

La barca può continuare a navigare se, accanto ai soldi del finanziamento pubblico, arrivano entrate adeguate dalla pubblicità e dalle vendite. Della pubblicità abbiamo detto e allora passiamo alle vendite. Nel giorno del battesimo la tiratura dichiarata in gerenza è stata di 10.111 copie, dato evidentemente riferito alle edizioni pre Roma; l’undici aprile salta a 35.998 copie, con distribuzione della parte nazionale nella capitale e poi a Torino, Milano, Bologna, Napoli, Bari e Palermo. Le copie tirate vengono via via ridotte e il 17 maggio diventano 17.503, meno della metà della tiratura iniziale.
Chi ha sostenuto le spese di lancio e di pubblicazione della nuova iniziativa? Per ora è una domanda senza risposta. Il dato certo è che Napoletano dovrà prepararsi a una estate di fuoco per fare crescere e radicare la sua creatura e poi prepararsi ad affrontare i complicati nodi giudiziari che ha davanti. Il 12 settembre infatti davanti al gup del tribunale di Milano Cristina Mannocci si terrà l’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio di Napoletano, ex direttore del Sole 24Ore ritenuto dagli inquirenti amministratore di fatto del gruppo, e degli ex presidente e amministratore delegato del quotidiano di Confindustria Benito Benedini e Donatella Treu.