Antonio e Vincenzo

Vincenzo Cardarelli (1887-1950) ha scritto alcune poesie veramente notevoli e struggenti. Nel 1927, di passaggio per Napoli, accusò un leggero malore, ma leggero, niente di struggente, e si recò al pronto soccorso di un ospedale appena inaugurato sulla collina del Vomero. Non era un caso preoccupante e i medici lo misero in codice bianco: lì, mentre pazientemente aspettava il proprio turno che non arrivava mai, ebbe l'ispirazione poetica guardandosi intorno e compose prima il profetico 'Autunno' (Ora passa e declina/ il migliore tempo/ della nostra vita) e poi, visibilmente stizzito, la sua lirica forse più conosciuta, 'L'attesa' (come sempre/ vorrei coprirti/ di fiori e d’insulti).
Bene, questa è una prima spiegazione, assai romantica, del nome che fu dato all'ospedale collinare. Poi c'è la spiegazione storica: il nosocomio inizialmente venne battezzato ‘23 Marzo’, in ricordo della data di fondazione dei Fasci di combattimento. Nel 1943, quando si intuì che per Benito Mussolini le cose non andavano a gonfie vele, la sagace prontezza italiana suggerì di cambiare il nome dell'ospedale decidendo di intitolarlo ad Antonio Cardarelli, clinico illustre e senatore del Regno d'Italia, nato a Civitanova nel 1831 e morto proprio a Napoli nel 1927, anno in cui l'ospedale era entrato in funzione.
Ma a via Marconi, sede della Tg regionale della Rai, tra i corridoi dei passi perduti il fascino poetico della vita ha sempre un ruolo predominante rispetto alla fredda razionalità dei fatti. E così l’otto novembre il tg guidato da Antonello Perillo, nell’edizione delle 14,  viene aperto da un servizio di Enzo Perone con l'ennesima notizia di “frodi, corruzione e appalti truccati nella più importante azienda ospedaliera del sud Italia, l'ospedale Vincenzo Cardarelli”.
Perché come diceva Jorge Luis Borges "ogni poesia è misteriosa e nessuno sa veramente cosa gli è concesso di scrivere".

Ruy Vaz

(*) Da www.wikipedia.it
 
Vincenzo Cardarelli (*)
Benito Mussolini (*)
Antonio Cardarelli (*)
Jorge Luis Borges (*)