Mattarella esclude
cronisti e fotografi

SEGNATEVI QUESTA DATA: 11 settembre 2021. No, non è solo l’anniversario dell’attacco terrorista alle Twin Towers, è quella del primo evento politico ufficiale senza giornalisti, senza fotografi, senza videoperatori. La comunicazione che schiaccia il giornalismo, cioè la descrizione terza e critica di un avvenimento, e impone al pubblico la sua versione. Unilaterale, inverificata e inverificabile.
L’11 settembre il Capo dello Stato Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro per la Giustizia Marta Cartabia, ha compiuto una breve visita a Napoli e Pozzuoli. Tappe all’Ipm (Istituto per i minori), a Napoli sull’isolotto di Nisida, e nella cattedrale del Rione Terra di Pozzuoli, qui su invito della Fondazione Regina Pacis, della Diocesi di Pozzuoli. Filo

conduttore l’“area penale di minori e donne” e il “reinserimento sociale”.
A Nisida, la presenza di giornalisti, fotografi e operatori semplicemente non era prevista. Niente da fare. Nessun accredito, nessuna chance di copertura dell’avvenimento. Eppure da Nisida sono passati praticamente tutti i presidenti della Repubblica ed i ministri della Giustizia e degli Interni degli ultimi 20 anni.

Marta Cartabia

L’ ufficio stampa del Quirinale, guidato da Giovanni Grasso, ha diffuso la ricostruzione di un dialogo tra Mattarella ed un gruppo (?) di minori reclusi. Domanda e risposta, lunga e articolata, del Capo dello Stato, in forma di linguaggio scritto. Foto della visita sono state diffuse dallo stesso ufficio stampa.
Al Rione Terra di Pozzuoli, invece, una postazione per giornalisti e operatori era stata prevista, ma all’esterno, a diverse centinaia di metri di distanza. Da lì giornalisti e fotoreporter avrebbero potuto assistere al transito in auto di Mattarella, che magari avrebbe fatto ciao con la mano. Questa la photo opportunity, niente di più. Se vi va bene, è così. Diverse testate, tra cui le agenzie nazionali hanno disertato l’evento, vista l’impossibilità di coprirlo adeguatamente, altri giornalisti e fotoreporter, arrivati sul posto, sono andati via.
Dentro il Rione Terra (il Covid non c’entra niente, vi si svolgono ogni giorno visite guidate diurne e notturne, con consumazione di aperitivo) Mattarella ha incontrato altri giovani e operatori del recupero di minori, ha visitato il Museo di Arte sacra, soffermandosi davanti ad un quadro di Artemisia Gentileschi, con un commento entusiastico. Ma tutto questo nessun giornalista ha potuto vederlo. Lo ha riferito l’ufficio stampa del Quirinale e qualche cortese fonte della Fondazione Regina Pacis.
Poi Mattarella ha ascoltato nella Cattedrale, insieme alla Cartabia, al presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca e a una quarantina di invitati, quattro testimonianze di ex reclusi, uomini e donne, di Nisida e del carcere di Pozzuoli e di un educatore.
I quattro brevi interventi sono stati  trasmessi  in diretta Facebook sul profilo della Fondazione Regina Pacis. Punta massima di utenti

Giovanni Grasso

collegati: 48. Giornalisti tagliati fuori. E se qualcuno avesse osato avvicinare Mattarella, per fargli una domanda, addirittura su una sua possibile permanenza al Quirinale? Ma ve la immaginate una situazione così negli Usa, in Inghilterra, in Germania?  Da noi foto e testi dell’Ufficio stampa.  Spiegazioni alle testate? Zero. Il Covid, come detto, non c’entra. Si sono fatte conferenze stampe in presenza perfino

durante il primo lockdown, ed al Rione Terra, come a Nisida, il distanziamento era sicuramente attuabile.
Nessuna giustificazione. E quello che è peggio, nessuna protesta. E l’Ordine dei giornalisti, con il suo presidente Carlo Verna così impegnato ad imporre il linguaggio politicamente corretto agli iscritti e mai attento all’ esercizio concreto della professione? E il
sindacato? Anche lui qualcosa da dire dovrebbe averla. Era l’11 settembre 2021. La Comunicazione. Quella ufficiale e burocratica, di Stato, azzerò il giornalismo. E tutti tacquero.
Aramis de Vannes