Troppo zelo per le multe

Mai troppo zelo… ammonisce un vecchio detto. E invece zelo degno di miglior causa ci stanno mettendo le forze dell’ordine, dai vigili urbani ai reparti specializzati – manca solo l’anti-terrorismo – per reprimere spietatamente i trasgressori della normativa da legge marziale decisa in Campania per il contrasto all’ epidemia. Certo, c’è il Coronavirus, e si è deciso di puntare (praticamente tutto) sul distanziamento sociale, cioè su una forma appena attenuata di arresti domiciliari di massa, di sospensione di diritti elementari come la libertà di movimento, il diritto di riunirsi con i propri simili, di fruire di una proprietà.
Misure applicate con il massimo rigore da forze dell’ordine che fanno sfoggio di autorità e di intransigenza. I droni dei Carabinieri (e della Polizia) per dare la caccia agli “assembramenti”, magari di poveri disgraziati in coda davanti ad un ufficio postale ancora aperto, gli elicotteri per attaccare dall’alto un pensionato che nuotava a Mergellina, la Polizia municipale di Napoli che sequestra ad un ambulante in via Depretis i disinfettanti (introvabili nei supermercati) che vendeva, lo denuncia, e lo multa. “Non ha saputo spiegare da dove provenisse la merce”, spiegava un comunicato.
Cose mai viste con i venditori di borse, occhiali, capi di abbigliamento falsi, forniti dalla camorra. Si potrebbe continuare a lungo: il gioielliere che lavorava da solo, a saracinesca abbassata, multato e segnalato alla Prefettura per la chiusura dell’esercizio; i genitori dei ragazzi di Maddaloni che “si scambiavano pacche sulle spalle” (Ansa, 15.4.2020) multati con 400 euro; la 70enne a bordo di un’auto il giorno di Pasquetta verbalizzata senza pietà dalla Municipale; il giovane “redarguito” perché acquistava il pane a più di 200 metri da casa; il marito multato di 533 euro dai vigili urbani di Castellammare mentre era diretto al porto di Sorrento per riportare a casa, a Lancusi vicino Salerno, la moglie infermiera dopo un turno di ventiquattro ore nel giorno di Pasqua all’ospedale Capilupi di Capri. E il centro di Napoli presidiato da pattuglie di tutte le forze dell’ordine – manca la Penitenziaria per i noti problemi nelle carceri – ogni 300 metri. Cose mai viste per le faide di camorre, per le stese …
E i giornalisti? Nei TG nazionali e regionali, come sui giornali, è tutto un fiorire di interviste compiaciute a questi coraggiosi in divisa che sfidano il pericolo, agli inseguitori di jogger e di pensionati in cerca di un po’ d’aria, ai manovratori di droni che scovano i passanti. Chi trasgredisce, magari per una incomprensione, la normativa emergenziale, viene aggiunto alla serie dei ‘furbetti’ (c’erano quelli del quartierino, quelli del cartellino …) e messi alla gogna.
Mai una domanda tipo: “ma ci pensate che state perseguendo dei cittadini incensurati, dei poveri cristi che 400 euro di multa non potranno pagarli? Ma con i criminali vi comportate con lo stesso rigore? I droni li vedremo contro gli spacciatori?”. 
Impettiti, in divise stirate per la diretta Rai, ufficiali e vicequestori forniscono raggianti cifre e dati di denunciati e ‘sanzionati’. 
La nostra stampa non è mai stata il ‘watchdog’ anglosassone, lo sappiamo. Ma non c’è da meravigliarsi se il Paese reale la considera invece tutt’ uno con il potere politico. Il carrozziere, quando mi vedeva, mi diceva: “avete fatto …”, alludendo a qualche decisione del Comune o del Governo. Io cercavo di spiegargli che il giornalista informa, ma non partecipa alle decisioni. Ma lui non ci ha mai creduto. Vaglielo a spiegare…

Massimo Dragoni