Cara Iustitia cara, chi sostiene che la crisi della carta stampata sia irrisolvibile deve ricredersi. Il Corriere del Mezzogiorno ha dimostrato che c’è sempre una soluzione dietro l’occhiello.
Il direttore Marco Demarco è un palombaro di talento: con le vendite del giornale che, di ora in ora, s'inabissano, è riuscito a capire il segreto della riemersione. Basta trasformare una copia del quotidiano in copiella.
Ai tempi dei pianini e dei posteggia, le copielle erano – la spiegazione è doverosa per i vertici della Rcs – fogli volanti con i versi e la musica dei brani, venduti in città da girovaghi e cantanti ambulanti. Addio abissi, allora: chist’ è ‘o paese d’ sole. È ciò che è accaduto il 9 maggio, quando in prima pagina, in alto a destra, non c’era né una lettera al direttore su come salvare Napoli né un intervento accademico in difesa del passo carrabile, ma il testo di “Tammurriata in 3D”, canzone per Napoli scritta dal sociologo Luigi Caramiello che al teatro Trianon - si legge in una nota in grassetto - “presenterà il suo primo disco da cantautore”.
Non vogliamo, per carità di Libero Bovio, soffermarci sulle parole del testo, anche perché ne ignoriamo la melodia di sostegno che, forse, ne esalterà la musicalità e il messaggio, ma avremmo compreso che in quello spazio fosse finito un inedito poetico di E. A Mario o l’anteprima dell’inno per la rinascita partenopea di Pino Daniele. Canzonacce melense e passate, avranno pensato in redazione: meglio lanciare il sociologo cantautore e quel suo refrain poderoso che fa…“chest’è n’a canzone d’ammore/Pur si nun ce stann’ ‘e vase/ E’ pparole venene d’ ‘o core…,”.
Pare che i fan di Caramiello stiano da giorni assediando Demarco per rivivere la magica tammurriata in prima pagina e non riescono a capire perché si tarda così tanto nel ripetere l’esperimento da Piedigrotta.
Dalla Rizzoli-Corriere della sera, invece, appurata la resa delle copie e l’avanzata delle copielle, fanno sapere che hanno la seria intenzione di organizzare un workshop sulla svolta sonora del Corriere del Mezzogiorno dal titolo, ispirato ai versi caramiellani, “Guagliò, lev’ mane”.
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Fausto Molosso