Russo rimane,
Di Marzio fuori

IL 18 APRILE scadono i sei mesi di aspettativa che l’ex capo cronista del Mattino Paolo Russo ha chiesto e ottenuto dal giornale quando ha deciso di accettare la proposta di Vincenzo De Luca di guidare l’ufficio stampa della Regione Campania. La prossima settimana Russo presenterà la richiesta di altri sei mesi di aspettativa che, salvo novità al momento imprevedibili,

dovrebbe essere accettata.
Con la conferma a palazzo Santa Lucia il giornalista di Cava de’ Tirreni si occuperà di riorganizzare la comunicazione della presidenza dopo la cura dimagrante imposta da De Luca. Ai primi di marzo è stato tagliato Emilio Di Marzio, napoletano, trentotto anni, dal marzo 2006 pubblicista, avvocato dall’ottobre dello stesso anno, ex

Paolo Russo

consigliere comunale del Pd e collaboratore su Napoli del parlamentare europeo Gianni Pittella, per otto mesi portavoce del presidente. La sua casella non verrà coperta; del resto Di Marzio, che alle primarie del Partito democratico si è schierato a sostegno della candidata Valeria Valente, oggi punta a un incarico tecnico-politico.
Con Paolo Russo all’ufficio stampa sono ora in organico cinque giornalisti, con una età media superiore ai sessanta anni; quattro pubblicisti: Armando De Rosa, napoletano di Villaricca, sessantacinque anni, da ventidue iscritto all’Ordine; Gaetano Milone, nato a Massa Lubrense nell’aprile del 1950, da trenta pubblicista; Bruno Pezzullo, napoletano, cinquantatre anni, da ventiquattro pubblicista; Saverio Russo, natali nell’irpina Torre Le Nocelle

Emilio Di Marzio

nel giugno del ’55, da trentadue anni pubblicista; e il professionista Pasquale De Simone, sessanta anni, napoletano, iscritto all’Ordine dei giornalisti dal 1994.
Le forbici di De Luca hanno colpito anche la segreteria. Nell'estate scorsa ne aveva organizzata una politica coordinata dal fedelissimo Nello Mastursi e una tecnica guidata da Alfonso

Buonaiuto. In autunno Mastursi è saltato perché coinvolto nelle indagini della procura di Roma che hanno riguardato anche il giudice napoletano Anna Scognamiglio. Il presidente della Regione ha perciò deciso di unificare le due segreterie e ne ha affidato la direzione a Buonaiuto, ha ridotto l’organico e tagliato gli stipendi, a cominciare da quello del capo staff.