|
 |
Per Cusenza
un plebiscito
|
 |
COME PREVISTO, Virman Cusenza ha incassato una larghissima fiducia dai redattori del Mattino. Questo il dettaglio del voto fornito dalla commissione elettorale, presieduta da Salvo Sapio con Anna Maria Asprone, Gerardo Ausiello, Daniela Limoncelli e Marco Toriello: 102 aventi diritto al voto, comprendendo undici cassintegrati e Teresa Armato, in aspettativa ‘politica’ da oltre venti anni; 77 votanti, con 70 sì, quattro no e tre schede bianche. Resta da aggiungere che le redazione provinciali, il cui voto è
|
stato raccolto dal notaio Dino Falconio, hanno partecipato compatte, con l’eccezione di tre redattori di Salerno.
Tra i giornalisti che hanno deciso di non votare c’è una presenza significativa: il redattore capo centrale Antonello Velardi. E Velardi sarà uno dei primi nodi che il nuovo direttore dovrà affrontare.
Casertano (natali a Casagiove, |

Dino Falconio e Salvo Sapio |
|
residenza a Marcianise), quarantasette anni a ottobre, da ventidue professionista, Velardi, assunto a via Chiatamone nell’ottobre del 2002 da Mario Orfeo, che da quattro mesi si era insediato alla direzione, è convinto che ora gli spetti un riconoscimento. È già il numero due del giornale, ma vorrebbe i gradi di vice direttore; da qui le schermaglie con Cusenza.
Il 9 settembre nella sala Siani il direttore incontra la redazione e esordisce dicendosi dispiaciuto per le assenze; dopo qualche minuto arriva Velardi, che si scusa ad alta voce; il direttore continua la sua relazione e dichiara che “vorrebbe averlo più vicino”. Una frase che si presta a varie letture.
I due hanno caratteri molto diversi: riservato e amante dei toni soft il direttore; estroverso, rumoroso, decisionista e pronto al confronto aspro il numero due. Dovranno trovare un punto di incontro, ma non sarà facile, anche perché Cusenza non ha dimenticato che nei diciannove mesi passati a via Chiatamone da vice direttore l’asse Orfeo-Velardi l’ha molto spesso tagliato fuori. |
 |
|