Repubblica, c'è la Città
nel puzzle stato di crisi

I DIRIGENTI del Gruppo L’Espresso hanno annunciato con due mesi di anticipo il cambio di direzione a la Città di Salerno, il più piccolo dei diciotto quotidiani della catena Finegil controllata dall’editore Carlo De Benedetti: il 12 novembre viene fuori la notizia, messa immediatamente in rete dal sito del mensile Prima comunicazione; il 12 gennaio ci sarà l’insediamento di Enzo D’Antona al vertice del giornale salernitano al posto di Angelo Di Marino che, dopo una direzione lunga otto anni, si trasferisce a Roma alla vice direzione dell’Agl, l’agenzia dei quotidiani locali della Finegil.
L’accelerazione improvvisa è stata voluta dal direttore di Repubblica Ezio Mauro che aveva necessità di sistemare la squadra di vertice del giornale con la promozione di Fabio Bogo da redattore capo centrale a quinto vice direttore del quotidiano e numero uno del settimanale Affari & Finanza e con

due nuovi ingressi in gerenza: Massimo Vincenzi che diventa capo redattore al posto di Bogo e Valentina Desalvo che va a occupare la poltrona di capo redattore vicario liberata da Enzo D’Antona.
Ma perché un capo

Luigi Amati e Enrico Scapaticci

redattore vicario di Repubblica decide di lasciare Roma per spostarsi duecentocinquanta chilometri più a sud a guidare un piccolo giornale? Risposte in giro non ce ne sono, possiamo aiutarci con la logica. D’Antona è nato a Riesi, un comune in provincia di Caltanissetta, il 20 dicembre del 1953; con sessantuno anni (e forse non a caso nella scheda di Prima l’età non viene indicata) rientrava nell’elenco dei prepensionandi che nel 2015 con lo stato di crisi dovranno lasciare il giornale. Ora è al sicuro.
Di Marino invece di anni ne ha quarantotto e, pur essendo legatissimo a la Città, alla richiesta dell’azienda ha disciplinatamente risposto ‘obbedisco’. Ha base e famiglia a Napoli, ma da diciotto anni lavora a Salerno; ora continuerà ad avere radici a Napoli e andrà a lavorare a Roma all’agenzia Agl come vice di Andrea Iannuzzi. La speranza è che la decimazione tra gli ufficiali di Repubblica a causa dello stato di crisi apra spazi nuovi e importanti; ad esempio, si sta per liberare la poltrona di responsabile delle pagine campane perché Giustino Fabrizio il prossimo marzo compirà sessantadue anni e dovrebbe andare in pensione.
Intanto a Salerno la redazione, tredici giornalisti più il direttore, assiste preoccupata alle manovre romane. In attesa di conoscere da vicino il nuovo direttore e i suoi progetti il comitato di redazione (Luigi Amati, Gianni Giannattasio e Enrico Scapaticci) preferisce non parlare. Il giornale vive la crisi di tutta la stampa italiana e la Finegil, con Domenico Galasso, il consigliere per il centro sud che si occupa del Centro di Pescara e della Città, non sta mettendo in campo né proposte né risorse: la pubblicità latita; le

Enzo Boccia e Luigi Vicinanza

vendite non raggiungono le cinquemila copie, anche se l’azienda dichiara una diffusione di novemila; nella provincia la Città, con quaranta pagine stampate a Fuorni alla tipografia di Enzo Boccia, conserva il primato in edicola grazie al prezzo di vendita a un euro, mentre

il Mattino viene venduto a un euro e venti centesimi. L’organico negli anni si è ridotto: quando il direttore Luigi Vicinanza è andato a guidare Il Centro di Pescara non è stato sostituito e non sono stati assunti collaboratori con anni di contratti a termine come Luigi Colombo e Marcella Cavaliere. Anche per questo la redazione, che da due anni si è trasferita a San Leonardo, un quartiere periferico a poche centinaia di metri da Pontecagnano, ha via via ridotto le pagine sulle diverse aree della provincia, dopo Cuneo, più vasta d’Italia, che sono crollate da quattordici a otto.
In questi anni – osserva un giornalista della concorrenza – quando la Città ha attraversato momenti di difficoltà è intervenuto Di Marino che da direttore ha continuato a svolgere anche il ruolo di redattore capo. E ha integrato fuori dagli orari canonici il sito web che non ha una redazione, ma viene aggiornato da un solo giornalista a rotazione. Il nodo quindi è tutto in una domanda: D’Antona viene a Salerno a concludere una prestigiosa carriera o sarà disposto a rimboccarsi le maniche?