Parte con una scivolata
l’arcivescovo Battaglia

ESORDISCE CON UN passo falso Domenico Battaglia, dal 2 febbraio arcivescovo di Napoli. Con email e telefonate tutti i media partenopei gli avevano chiesto un’intervista e a tutti era stato risposto di pazientare. Poi il 14 febbraio il Corriere del Mezzogiorno piazza il colpo: un grande titolo con foto apre la prima pagina e a seguire la 2 e la 3 con l’intervista all’arcivescovo firmata da Emanuele Imperiali
Registrato il buon lavoro del Cormezz, diretto da Enzo d’Errico, rimane l’ingenuità dimostrata nel gestire la comunicazione da parte di Battaglia

che sarà stato sorpreso certamente dall’ondata di proteste arrivata in curia dopo l’intervista, a cominciare dal Mattino e da Repubblica Napoli.
Come nasce la scivolata? La prima ipotesi che si può fare è l’inesperienza; l’erede di Crescenzio Sepe deve

Emanuele Imperiali e Enzo Piscopo

imparare che Napoli non è Cerreto Sannita. La seconda è che per un incarico così delicato è comunque necessario dotarsi di una piccola squadra di collaboratori, fidati certamente ma anche preparati.
Il predecessore di Battaglia gestiva in prima persona i rapporti con i media ma aveva anche un comunicatore esperto come Enzo Piscopo, direttore del settimanale della curia Nuova Stagione. Puoi decidere di portare nelle stanze di largo Donnaregina facce nuove per costruire lo staff che hai in mente ma non liquidi chi conosce i giornalisti napoletani e cura da lunghi anni i rapporti con la stampa se non hai già un sostituto valido. Invece Battaglia ha scelto la linea di un cambio radicale nominando suo segretario particolare un sacerdote di trentatré anni, don Antonio Macolino, parroco a Bucciano, un comune che rientra nella diocesi di Cerreto Sannita.
Chiudiamo con due notazioni sul Corriere del Mezzogiorno. È singolare che l’autore dell’intervista all'arcivescovo di Napoli sia un collaboratore dell’economia. La seconda riguarda invece il servizio di una pagina su don Antonio Macolino pubblicata il 26 gennaio dal Cormezz. L’autrice è Sara Conti ma non risultano giornaliste iscritte all’albo con questo nome.

Elena Scarici e Crescenzio Sepe

Siamo perciò di fronte a una esordiente o a uno pseudonimo.
Per pigrizia e quieto vivere, il Mattino e il Corriere del Mezzogiorno hanno per anni affidato le cronache su Sepe e sulla curia napoletana a Rosanna Borzillo ed Elena

Scarici, giornaliste del settimanale Nuova Stagione. Poi di fronte alle ripetute segnalazioni di una evidente incompatibilità sul doppio ruolo di dipendenti del cardinale e di croniste del cardinale le loro firme sono state tagliate. Da alcuni mesi però sul Cormezz compaiono servizi di Sara Conti che racconta le vicende della chiesa napoletana. Sta nascendo una stella o è tornata Elena Scarici?