Caltagirone prepara
l'offensiva d'autunno

IL 18 LUGLIO il capo del personale del Mattino Giovanni Santorelli ha incontrato il comitato di redazione (Adolfo Pappalardo, Marco Perillo, Federico Vacalebre) per discutere della situazione del giornale.
Il punto d’avvio, e non è una novità, è il ‘pianto’ sui soldi: la semestrale del 2019 si sarebbe chiusa con un rosso da 300mila euro. Da qui la necessità di mettere in cantiere una serie di interventi. Tre sarebbero le aree individuate. Un utilizzo rigoroso dei collaboratori, avviato da tempo in cronaca e allo sport, mentre la situazione non sarebbe a regime nel settore cultura e spettacoli sia per il numero delle presenze sia per il

costo degli articoli nettamente superiore agli altri settori. E persino in occasione della morte di Andrea Camilleri la cultura ha deciso di non utilizzare i servizi del Messaggero.
Il secondo intervento riguarderebbe le ferie.
Ci sono giornalisti che

Adolfo Pappalardo e Marco Perillo

avrebbero accumulato diverse decine di giorni di ferie. L’azienda chiede di azzerare tutti gli arretrati entro gennaio 2020. Il terzo fronte riguarda i buoni pasto. Una parte dei redattori prende un buono pasto, un’altra, con contratti d’assunzione risalenti a oltre venti anni fa, ne incassa due. L’azienda vorrebbe tagliare il secondo ticket, richiesta inaccettabile per due motivi: si tratta di intervenire su diritti acquisiti dal secolo scorso, il risparmio sarebbe di poche migliaia di euro.
Per ora è tutto rinviato a settembre ma c’è da temere che il rosso dichiarato possa essere la premessa per la richiesta di contratti di ‘solidarietà’ difficili da sostenere con una redazione che ha già subìto di recente altre riduzioni di organico e lavora con ritmi quotidiani ai limiti della sostenibilità.