Mattino, Garzilli imputato
per concorso in bancarotta

IL 21 GIUGNO il giudice del tribunale di Napoli Rosa Anna Saraceno terrà l’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio degli imputati coinvolti nel fallimento della Diffusione napoletana snc, accusati di concorso in bancarotta preferenziale.
Dieci gli imputati: i titolari e gli amministratori della Diffusione napoletana: i fratelli Bruno, Francesco, Pasquale De Gregorio e Pasqualina Widler, vedova del quarto fratello, Salvatore; i titolari e gli amministratori della Intramedia: Giuseppe De Gregorio di Pasquale e Giuseppe De Gregorio di Francesco; Massimo Garzilli, direttore generale del Mattino, nonché rappresentante legale del Mattino spa; Cristiano, Umberto e Vincenzo Ingegno, “prenditori” degli assegni dei De Gregorio.
Diffusione napoletana è una società in nome collettivo, costituita nel novembre 1974 davanti al notaio Amleto Triola, dichiara nel 2001 trentaquattro dipendenti e ha un capitale di 2.100 euro, diviso tra Pasquale e Francesco De Gregorio; Intramedia è una società a responsabilità limitata, costituita davanti al notaio Massimo Ciccarelli il 16 luglio 2001, ha nel 2005 un organico di tredici dipendenti e un capitale di 10.400 euro, diviso tra due cugini dallo stesso nome: Giuseppe De Gregorio.
Alla fine degli anni novanta i fratelli De Gregorio, con la Diffusione napoletana, rappresentano su Napoli la realtà più importante nel settore della distribuzione di quotidiani, periodici e prodotti destinati alle edicole; poi problemi di

gestione ne sbilanciano velocemente gli equilibri economici: il 13 dicembre 2001 arriva lo scioglimento e la messa in liquidazione; tre mesi più tardi il


Eugenio Baffi, Paolo Celentano e Vincenzo Piscitelli

tribunale di Napoli dichiara il fallimento della società, che viene affidata al curatore Giuseppe Savona, mentre i giudici fallimentari che hanno seguito negli anni la vicenda sono Michelangelo Petruzziello, Paolo Celentano e Gianpiero Scoppa.
Cinque mesi prima della messa in liquidazione della Diffusione napoletana, i cugini De Gregorio danno vita a una nuova società, Intramedia, che in sostanza raccoglie l’eredità della prima società. Intanto dopo il fallimento il curatore Savona presenta, come previsto dalla legge, una relazione alla procura della Repubblica; partono le indagini affidate al pm Fabio Massimo Del Mauro, che si è occupato, insieme al pm Vincenzo Piscitelli, della vicenda che ha portato al fallimento del Calcio Napoli e, ancora insieme, stanno oggi lavorando alla bancarotta della società che fu campione d’Italia.
L’inchiesta di Del Mauro porta a ipotizzare una continuità di fatto tra la Diffusione napoletana e la Intranedia; si arriva così al 27 ottobre del 2006 quando vengono nominati due amministratori giudiziari per la società Intramedia: il commercialista Lucio Spanò e l’avvocato Luca Camerlengo. Ed entrano nelle indagini anche i soldi percepiti dalle aziende editoriali che hanno giornali distribuiti dalle due società: tra queste, il Mattino, che avrebbe incassato da Intramedia 666mila euro maturati con la Diffusione napoletana. Da qui il coinvolgimento nel fallimento di Massimo Garzilli, assistito sul versante penale da Marinella De Nigris e sul versante fallimentare da Massimo Di Lauro, mentre il gruppo De Gregorio viene difeso dall’avvocato Eugenio Baffi e Michele D’Alessandro è il legale che assiste i tre Ingegno.