“ Metti il grisaglia da cerimonia? Ti stiro la camicia azzurra”. Francesco Emilio Borrelli, giornalista prestato alla politica senza che alcuno ne avesse fatto una pur vaga richiesta, la mattina dell’11 ottobre scorso emerse lentamente e a fatica dalla salubre incoscienza del suo sonno ristoratore (salubre e ristoratore per tutti noi) e biascicò un “No”. Ma un attimo dopo era già tornato ad essere il prodigioso Stakanov, il raffinato statista titolare della delega al Pensiero Debole. Andò in bagno e la sua lucida mente, per nulla appannata dall’ultimo happy hour notturno, cominciò a produrre. Quando si dice “una ne pensa e cento ne fa”.
“La camicia rossa è stirata?” chiese dal bagno.
“Certo – fu la rassicurante risposta dalla cucina - anche se il mese scorso l’hai messa per l’anniversario dell’ingresso di Garibaldi a Napoli e la stavi rovinando”.
Gli occhi del giovane Stakanov si illuminarono e corse al telefono. “Pronto, Carlo? (Ceparano, presidente provinciale dei Verdi, ndr) La camicia è pronta. E la tua?”
Alla risposta affermativa non riuscì a trattenere un gridolino di gioia.
Poi di corsa con l’auto di servizio verso Sant’Antimo per i funerali del tabaccaio, ultima tassa umana pagata alla malanapoli. Il dolore e lo strazio, si sa, possono avere mille facce: dignitosi e composti quelli dei familiari e dei concittadini di Francesco Gaito. Che forse neanche fecero caso a quelle due macchie di rosso tra la folla. O forse si, ma soltanto per chiedersi cosa fossero.
“ E adesso l’Ansa" – pensò l’assessore garibaldino. La sua mente vulcanica era in piena attività. Al redattore ( “Caro collega”) che rispose dettò il primo Pensiero Debole della giornata, da consegnare a tutte le redazioni napoletane con la spiegazione di quelle due camicie rosse, "per ricordare il sangue innocente versato dalle vittime della criminalità". E l’intervento istituzionale di Francesco Piemonte, sindaco di Sant’Antimo, era "giusto e condivisibile da tutti i cittadini onesti, saggio ed equilibrato". In calce la firma di Menotti e Ricciotti.
Il redattore dell’Ansa (la sigla è Pgl, Rosanna Pugliese, ndr) si sgranchì i piedi, intuì la portata storica del momento e rispose così come doveva: “Obbedisco”.
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