Roma, in prima "I re di Napoli"

“Finora ha fatto il gallo ‘ncoppa ‘a munnezza, grazie anche alla collaborazione ricevuta dall’Asìa (sorrisi e risatine dei redattori più scafati). Ma ora don Antonio sta nelle chiavette”. C’era un’atmosfera di misurato entusiasmo la sera del 15 ottobre scorso tra le stanze della ristrutturata redazione del Roma (parquet, pareti fresche di tinteggiatura. Fondi per l’Editoria, offre il Governo, abbiamo pagato tutti noi) a mano a mano che arrivavano le notizie relative allo spoglio dei voti per l’elezione del segretario del neonato Partito Democratico. I dati relativi alla Campania parlavano di un “Bassolino stracciato”, una disfatta che non aveva risparmiato neppure la signora Carloni maritata don Antonio. Si cominciò timidamente a stappare un Gancia, volò qualche babà dalla cronaca in direzione degli Interni. ”Che titolo facciamo?” chiese uno, schivando una zuppetta inglese. Da un altro, occhi iniettati di sangue, arrivò una proposta netta, tra il romantico e il nostalgico: “Titoliamo: Piazza del Plebiscito sarà il tuo Piazzale Loreto”. L’euforia lievitava contagiosa, qualcuno insaponava una corda, un altro calzava gli stivaloni, un testimone giura di aver visto Rodrigo Rodriguez e Roberto Paolo trasfigurarsi in Pasquale Barra (‘o nimale) e Pasquale Catapano (il boia delle carceri) la sera del 23 novembre 1980 nel carcere di Poggioreale, quando Napoli crollava per il terremoto e loro due eseguirono un po’ di pulizia etnica tra le file della Nuova Famiglia.
Ma un altro don Antonio, forse addirittura più scaltro di Bassolino, frenò gli intemperanti. “No - disse piano Sasso - titoliamo: La Campania affonda il Pd”.
“Ma non sarà troppo soft?”, provò a dissentire un altro, annegando la delusione in un piatto coordinato funghetto al cioccolato- cassatina siciliana.
“Dimostriamo di aver superato anche il nostro pur legittimo impeto giustizialista - continuò Sasso- festeggiamo con una grande manifestazione popolare”. Detto fatto, gli bastarono un paio di telefonate: grazie ai buoni rapporti con i vertici dell’emittente privata Canale 21, Sasso organizzò per la serata del giorno dopo una sorta di Te Deum profano, con le indimenticabili melodie partenopee eseguite da Gloriana, Antonello Rondi e Mario DaVinci, presentate da Giacomo Rizzo e con la sapiente regia di Pino Moris.
“Ma ci manca il tempo di pubblicizzare la serata” incalzò ancora il redattore della zuppetta inglese.
Ma solo chi non conosce Sasso può avere dubbi sulle sue capacità organizzative. E così l’indomani il Roma uscì con la mezza pagina di prima interamente dedicata a “I re di Napoli”, orchestra diretta dal maestro Augusto Visco.
Martedì 16 ottobre qualche lettore restò perplesso nel vedere quella prima pagina, e pensò ad una pubblicità destinata all’ultima pagina e sfuggita al controllo dei grafici. Ma i più compresero e gradirono. E già si sta pensando, nelle stanze di via Chiatamone 63, ad un restyling della prima pagina in caso di trombatura (elettorale) di Rosetta Iervolino. Testata e gerenza a pie’ di pagina. E titolone a tutta pagina dedicata al Festival. Cantanapoli, Napoli s’è destra.

Hans Schnier
Il Roma del 16 ottobre
 
Antonio Bassolino
Annamaria Carloni
Pasquale Barra
Antonio Sasso
Gloriana
Antonello Rondi
Giacomo Rizzo
Pino Moris
Rosa Russo Iervolino