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Assostampa, indetta dopo
anni
l'assemblea generale
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È CONVOCATA PER il 14 novembre, alle ore 10, l’assemblea generale degli iscritti all’Associazione napoletana della stampa per discutere della situazione economico-finanziaria del sindacato e del XXV congresso della Fnsi, che si terrà dal 26 al 30 novembre a Castellaneta Marina, in provincia di Taranto.
Più che un rilievo sindacale, la notizia ha interesse statistico: l’articolo 7 dello statuto della Napoletana prevede che “l’assemblea ordinaria è convocata in via ordinaria nel gennaio di ogni anno per l’approvazione dei bilanci preventivo e consuntivo, la votazione sulla relazione del consiglio direttivo, …”; l’ultima assemblea risale invece al 2004.
“Non è facile ricordare quando si è svolta l’ultima assemblea, – dice un ex componente del direttivo – perché le convocazioni hanno cadenza olimpica.
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Credo che in questo millennio si siano tenute due assemblee: la più recente nel 2004, l’altra nel luglio 2000, quando venne approvata una modifica dello statuto per portare da due a tre anni la durata del direttivo. Le modifiche dello statuto possono essere decise soltanto da ‘un’assemblea generale dei soci professionisti, dice il primo comma dell’articolo 27, appositamente convocati’. Perciò due anni più tardi la modifica venne dichiarata nulla dal giudice del tribunale di Napoli Magda Cristiano, che condannò l’Assostampa a pagare oltre quattromila euro di spese legali”. Perché, allora, l’improvviso risveglio, con la convocazione dell’assemblea? “Il consiglio direttivo eletto nello scorso maggio – è la risposta del segretario dell’Assostampa Gianni Colucci
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Gianni Colucci e Enzo Colimoro |
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(il presidente è Enzo Colimoro, il tesoriere Filiberto Passananti) – si è posto alcuni obiettivi precisi. Uno è il rispetto dello statuto, che comunque andrà modificato. Da qui la convocazione dell’assemblea; da qui le riunioni con cadenza almeno mensile del direttivo, che prima veniva fissato ogni quattro cinque mesi. Il secondo obiettivo, che in realtà è il nodo più difficile da sciogliere, è una ricognizione puntuale dei debiti vasti del sindacato e un lavoro faticoso per ridurre, a piccoli passi, il rosso che abbiamo ereditato. Purtroppo, dobbiamo recuperare venticinque anni di irresponsabilità”.
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