Il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, parla di Fondi strutturali da innovare, il direttore Marco Demarco sul proprio blog riflette su Come sono misteriosi questi fondi, Sandro Di Domenico intervista Giorgio Fiore il quale afferma che Il rilancio passa per lo sblocco dei fondi. Accade al Corriere del Mezzogiorno on line del 5 ottobre e il piatto forte del giorno sono i soldi Cipe, un fiume carsico di milioni di euro che tutti richiedono. Una specie di assalto alla diligenza in stile Cassa del Mezzogiorno, però mentre in quel caso a beneficiarne erano le regioni del Sud qui si è realizzata compiutamente l’unità d’Italia: da Aosta a Oristano, da Pordenone a Canicattì tutti con lo stesso obiettivo di bagnarsi un po’ in quel fiume impetuoso.
Al Cormezz scendono in campo i big. E così fanno parlare anche Fiore, che nella videointervista viene presentato come presidente di Confindustria Campania. Definizione corretta, ma non esaustiva.
Di Domenico, forse per mancanza di spazio, omette un’altra carica dell’industriale: amministratore delegato del Cormezz. Dal produttore al consumatore. E che sia proprio lui non ci sono dubbi: alle sue spalle c’è la riproduzione di una prima pagina del suo giornale in cui campeggia una sola parola a caratteri cubitali: BASTA.
Ma quando il gioco si fa duro sapete come finisce. A Repubblica decidono di replicare utilizzando l’artiglieria pesante. Se il 5 ottobre parla l’amministratore del Cormezz, il 6 scende in campo
il presidente del gruppo editoriale l’Espresso (di cui fa parte Repubblica) Carlo De Benedetti, ("Sì al Monti-bis ma nessuna ripresa nel 2013") presentato nella pagina di Economia come “presidente onorario della Cir”. Anche questa definizione è esatta, ma anche questa è incompleta. E la concorrenza cosa fa? Per ora studia la strategia da adottare. Al Roma e al Mattino preparano due nuove rubriche per i lettori: Confidenzialmente, Italo e Ditelo a Francesco Gaetano. |