Silenzio sulla 'notte bianca'

Sono tornate le notti bianche a Napoli e se ne avvertiva forte la mancanza. Sabato 12 ottobre finalmente un po’ di gente nelle strade solitamente deserte, qualche incrocio allegramente intasato, anonimi viandanti che all'improvviso si fermavano tra la folla, aprivano una valigia e la trasformavano in Casa della salsiccia.
Noi ci siamo fermati a mangiare in una trattoria vomerese e per tutto il tempo ci ha fatto compagnia un romantico disc jockey che ad osservarlo sembrava un incrocio tra il cugino di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti e il Nino D’Angelo dei tempi di ‘Quel ragazzo della curva B’, materializzatosi dal nulla che ci ha commosso con un ininterrotto tum-tum-tum-tum-tum. Anche un anziano inquilino del prospiciente palazzo, in preda al raptus della disco music, tentava di scavalcare la ringhiera del balcone evidentemente per abbracciare il romantico musico brandendo un padellone simile ad un  violino.
Ai 400mila cittadini (secondo le stima degli organizzatori) che hanno invaso per ore le strade del Vomero il Mattino ha dedicato un titolo con foto nella prima del dorso cronaca e un’intera pagina firmata da Francesca Pellino. Silenzio totale invece dalla sede del Corriere del Mezzogiorno di Marco Demarco, che avrà spedito un paio dei suoi redattori a seguire la Rilettura critica di Martin Heidegger nell’ottica del nuovo concetto di calcio di Rafael Benitez.
E anche da Repubblica Napoli di Giustino Fabrizio, poco avvezzo a seguire le vicende partenopee, non è apparso alcun sussulto sull’evento. Peccato, i loro lettori non sapranno mai cosa è successo sabato 12 al Vomero.
Noi invece, forse anche grazie a quel tum-tum-tum-tum-tum, quella notte siamo andati in bianco. Chissà il signore con il padellone a forma di violino.

Abel Fonseca
(*) Da www.wikipedia.org
 
Jovanotti (*)
Nino D'Angelo
Martin Heidegger (*)
Rafael Benitez