Cara Iustitia,
inviarti queste precisazioni mi sconforta. Mi sconforta, perché dover scrivere su argomenti volutamente travisati, oggetto di interpretazioni di parte ed usati come grimaldelli per scardinare ben altri equilibri, mi fa pensare ad una politichetta che non ho mai gradito.
Ho purtroppo letto il documento/intervista del Direttore Coppola, persona che non conosco personalmente, ma che stimo per la conduzione del suo Tg e per i rapporti corretti e professionali che ha instaurato, supportato dall’editore della testata (l’amministratore Carla Visone, ndr), con i suoi collaboratori, tutti inquadrati con contratti Fnsi o Frt, uno dei pochi esempi campani di correttezza contrattuale che dovrebbe far ben sperare per il futuro della professione giornalistica. Non conosco il Direttore e mi duole leggere il suo veemente attacco al protocollo d’intesa firmato con la Questura di Napoli, non capisco l’accanimento verso un gruppo di specializzazione che come egli stesso ha ammesso non conosce. Sarebbe stato meglio che il Direttore si fosse informato prima di sentenziare, come io ho fatto nei suoi confronti. Sarà una mia lacuna cognitiva oltre ad una mia ignoranza, ma non capisco dove egli ravveda infamanti punti oscuri o di usurpazione di potere messi in atto dall’Ugiv Campania.
Egli dice: Sono il direttore responsabile di una emittente e, con il protocollo, mi ritroverei a non potere accreditare un mio dipendente. Perché le garanzie fornite dall’Ugiv valgono più delle mie garanzie?
Gli rispondo: dove ha letto che nel protocollo è scritto che solo ed unicamente l’Ugiv ha il potere di accreditare i fotocineoperatori? (a proposito, tra un po’ dovremo chiamarli fotocineoperatorigiornalistiintervistatori).
Al punto 2 comma 2 del protocollo si conviene che: Per i soli cinefotooperatori e fino alla fine dell’anno in corso, in mancanza di iscrizione all’ordine dei giornalisti, è richiesta un’attestazione da parte dell’Ugiv campana.Gli accrediti vengono rinnovati annualmente. Quindi l’Ugiv funge esclusivamente da garante (scusate se ognuno conosce i propri colleghi meglio di altri) Mi scusi il direttore, ma non credo che conosca tutti i fotografi o cineoperatori napoletani. Per cui, l’Ugiv in ottemperanza del punto 2 comma 1 ha chiesto ai suoi iscritti e non (e sottolineo NON) un attestato delle emittenti televisive, alle testate cartacee e Web di effettiva collaborazione dei fotocineoperatori con le stesse. Quindi si parla di attestazione di garanzia dietro presentazione di
attestato di collaborazione.
Qualora il Direttore Coppola, o altri suo pari grado, non intendesse firmare tale attestato (cosa che invece il Direttore ha giustamente fatto), è libero di appellarsi al punto 3 del protocollo ove si parla di accredito temporaneo per Free-Lance rilasciato esclusivamente dall’Ufficio Stampa della Questura di Napoli dietro autocertificazione dello stesso Free-Lance indicante la testata di cui fa momentaneamente parte. E per temporaneo, non si intende giornaliero.
Cara Iustitia, credo che queste due particolari note nel protocollo, non inficino assolutamente il lavoro di alcun fotocineoperatore, napoletano o straniero che sia, come invece è prospettato dal Direttore Coppola: “Ritengo addirittura incostituzionale il protocollo nella parte che riguarda gli operatori perché pone davanti a un bivio chi fa riprese televisive: o è costretto a non lavorare o ha in sostanza l’obbligo di iscriversi a un’associazione, l’Ugiv, di cui non mi interessa qui approfondire le caratteristiche, cioè da quanto tempo esiste, chi ne fa parte, chi la guida, quali scopi persegue.”
L’Ugiv non impone l’iscrizione ad alcuno, nè tanto meno impedisce il lavoro ai colleghi che quotidianamente sono sul campo, l’Ugiv ha chiesto solo un attestato firmato dalle testate, ritenendo doveroso accertarsi che sugli avvenimenti non si presentino perditempo, fotoamatori in cerca di brivido, videotelefonisti e decine e decine di curiosi che purtroppo intralciano il nostro lavoro.
L’Ugiv Campania è una sezione del gruppo di specializzazione dei giornalisti dell’informazione visiva costituita presso la Fnsi. Il Gsgiv oltretutto è stato costituito a Napoli, ulteriore vanto dei fotografi napoletani. L’ Ugiv Campania è una delle sezioni più attive e nazionalmente riconosciuta , punto di riferimento delle altre sezioni regionali, ha dato modo di farsi conoscere con molte iniziative. Più di trenta fotografi, associati e non, hanno partecipato alla documentazione fotografica della Notte Bianca a Napoli, di rilievo nazionale è stato il blocco delle immagini al Summit di Governo di Caserta (vedi un po’... blocco attuato per problemi legati ad un certo tipo di emittenti televisive che pensavano di essere in Iraq anziché alla Reggia di Caserta). Ma questo per chi i giornali ed i telegiornali li confeziona, ma non li legge, è poco importante. I componenti del direttivo (nella buona e nella cattiva sorte) li si può trovare sul sito www.ugivcampania.it, potremmo discuterne ed analizzare i contenuti della struttura organizzativa, ma non metterne in dubbio la trasparenza. L’iniziativa “ tesserino arancione”, convenuta con la Questura di Napoli, è volta a tutelare i possessori durante le manifestazioni pubbliche di carattere ludico o criminale. L’immediata riconoscibilità da parte delle forze dell’ordine di un operatore dell’immagine molte volte, ultimamente purtroppo quasi sempre, può evitare situazioni sgradevoli. Se permette il Direttore, sono io che ora non voglio dilungarmi su questo aspetto anche pericoloso del nostro mestiere. Per arrivare a questo scopo, c’è bisogno di regole, non siamo per chi è dentro è
dentro e chi è fuori è fuori, ma come il Direttore può insegnarmi, c’è bisogno di un percorso, l’Ugiv ha scelto questo, senza prospettare inchieste della Magistratura, (hanno troppo da fare per perder tempo con le beghe di noi giornalisti) senza scomodare la Costituzione (a questo proposito vorrei proprio conoscere il parere della Consulta, messo che si interessino a queste beghe) e senza alzare i toni nè usando eufemismi per stemperare aggettivi più coloriti. Il percorso dell’Ugiv è chiaro: non vietare a nessuno di fare informazione, (è uno dei punti fondamentali della Costituzione Italiana che rispettiamo e difendiamo sempre. In special modo evitando di tirarla in ballo quando ci conviene) ma almeno sapere chi si ha al fianco quando ci si trova in situazioni non facili, il Direttore deve lasciarcelo, siamo sempre aperti a qualsiasi critica che ci viene mossa, pronti a confrontarci per migliorare lo stato del nostro lavoro.
Cara Iustitia, tante sono le critiche che si possono indirizzare al protocollo firmato, tra cui la mancata divulgazione di esso presso i colleghi, l’errata comunicazione preventiva da parte dei firmatari, (parlo ovviamente per ciò che attiene l’Ugiv) la discussione naturale che sarebbe dovuta esserci prima della firma, ma dire oggi come dice il Direttore Coppola: “Se si arrivasse a un’applicazione rigorosa del protocollo metteremmo in ginocchio le aziende radiotelevisive perché se gli operatori non ottengono l’iscrizione all’Ordine non possono più lavorare, se invece la ottengono, ci troveremmo di fronte a un’esplosione dei costi con l’applicazione del contratto
giornalistico, che per logica andrebbe esteso anche ai montatori.” E’ segno di debolezza, il Direttore ha molta più apprensione rispetto alla seconda affermazione e la ripeto:“se invece la ottengono, ci troveremmo di fronte a un’esplosione dei costi con l’applicazione del contratto giornalistico, che per logica andrebbe esteso anche ai montatori”. Si casca sempre sui profitti. Ma allora, è incostituzionale? Oppure potrebbe essere applicata rigorosamente? Se è incostituzionale non potrebbe essere applicata rigorosamente, si schiarisca le idee il Direttore e ci dica che il vero problema è la contrattualizzazione dei propri dipendenti. Problemi che il Direttore non ha. I dipendenti della sua testata sono tutti contrattualizzati. Ma allora questa veemenza non mi torna. Oppure devo pensare che il Direttore non so per quale motivo voglia ergersi a paladino di chi
probabilmente non e’ nella sua corretta posizione. Direttore, la stimo e deve chiarirmi questo paradosso: l’Ugiv è un gruppo che tenta di tutelare anche i suoi cameramen, ci sta dicendo che lo fa male? Allora mi spieghi il perchè e mi dica come si può far meglio affinché anche i suoi cameramen siano tutelati sugli avvenimenti, abbiano regole certe, non siano confusi con i videotelefonisti e con la pletora di operatori occasionali con i quali io, noi ed i suoi cameramen quotidianamente hanno a che fare. Sono e siamo pronti a confrontarci, sui nostri punti, tutto ciò che è fuori da questo non mi interessa. Sono convinto che Lei sappia sicuramente far valere le sue ragioni senza usare il grimaldello del tesserino arancione e senza gettare nel fiume l’acqua insieme al bambino. Rispetto molto il contratto Frt, ho avuto modo di discuterne molto durante il mio mandato come consigliere nazionale della Fnsi e dice bene il Dott. Giunco che tale iniziativa non ha precedenti in nessuna Questura italiana, ma non credo che il Dott. Giunco la bocci a priori, sono la discussione e il confronto, non lo scontro, a far crescere la conoscenza e far perseguire la soluzione dei problemi. Saremo ben lieti di confrontarci insieme alla Fnsi con la Frt e con tutti gli organi Governativi.
Cara Iustitia, Caro Direttore, Vi auguro buon lavoro
|