La solitudine di De Luca

Sono stati giorni duri per Vincenzo De Luca con lo stillicidio quotidiano delle intercettazioni sulla trattativa per condizionare la sentenza che doveva decidere se lasciarlo o no a palazzo Santa Lucia e con gli attacchi furiosi dei partiti di opposizione e delle forze ‘amiche’.
Il quadro è ancora pieno di nebbia e ci vorrà tempo perché si diradi, ma è già emerso con chiarezza uno scivolone grave del presidente della Regione Campania. Quando le indagini della procura di Roma erano già in fase avanzata De Luca ha provato maldestramente a nascondere i fatti con un comunicato del nove novembre per spiegare che il suo collaboratore Nello (Carmelo) Mastursi si dimetteva perché oberato da troppo lavoro.
Ma undici giorni prima il suo avvocato, Paolo Carbone, aveva indirizzato al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone la richiesta di De Luca di “sottoporsi a interrogatorio nella prospettiva di chiarimento della sua posizione e della sua completa estraneità rispetto ai fatti per cui si procede”. 
E allora: il presidente della Regione era stordito da pugni che gli stavano arrivando addosso, ma chi gli stava vicino cosa ha fatto? Il capo ufficio stampa Paolo Russo, il portavoce Emilio Di Marzio, il responsabile della segreteria tecnica Alfonso Buonaiuto, Mario De Rosa che cura i social network e lo stesso Mastursi non gli hanno spiegato con energia che con il comunicato del 9 novembre stava firmando un autogol clamoroso o hanno deciso di stare zitti lasciandolo sbagliare da solo?

Francesco Toralta


(*) Da www.corriere.it
 
Vincenzo De Luca (*)
Nello Mastursi (*)
Giuseppe Pignatone
Paolo Russo
Emilio Di Marzio