Giudizi mutevoli

Come è facile cambiare idea, anche nel giro di pochi giorni. Un esempio? Basta leggere la Gazzetta dello Sport, guidata da Stefano Barigelli con Gianni Valenti vice direttore vicario, che spesso si muove assecondando gli umori dei tifosi. 
Il 7 aprile l’Inter pareggia fuori casa a Salerno, raggiunta al novantesimo minuto da un gol fortuito dell’ex Antonio Candreva che sbaglia il cross e insacca. Il giorno dopo la Gazzetta picchia duro: per l’allenatore Simone Inzaghi voto insufficiente, 5 e mezzo, e un’analisi di Sebastiano Vernazza impietosa sin dal titolo (“mediocrità Inzaghi”).
L’undici aprile l’Inter va a Lisbona per i quarti di finale di Champions League ed espugna il campo del Benfica. La Rosea esalta Inzaghi: voto 8 per una “gara preparata alla perfezione”. Dopo pochi giorni l’Inter perde in casa con il Monza. L’allenatore dei nerazzurri torna sulla croce: “Inzaghi a ritmo retrocessione” e il voto si dimezza, da otto a quattro.

Enrico Lottara

 
Simone Inzaghi
Sebastiano Vernazza