Corruzione sottovalutata

Il primo febbraio all’inaugurazione napoletana dell’anno giudiziario alla sala dei Baroni del Maschio angioino il procuratore generale della Repubblica Luigi Riello ha esordito con una forte autocritica sulla questione morale esplosa nel 2019 all’interno della magistratura fino a coinvolgere il Csm invitando tutti a essere inflessibili sul fronte della corruzione. Un tema che non sembra essere stato colto a pieno dagli operatori dell’informazione che troppo spesso minimizzano o ignorano fatti gravi di corruzione.
Il 27 gennaio, per ordine del gip Valentina Gallo, vengono arrestati per corruzione cinque carabinieri e altri tre sono sospesi per un anno dal servizio; tra questi il capitano Daniele Perrotta all’epoca dei fatti comandante della tenenza di Sant’Antimo, un paesone di trentamila abitanti a nord di Napoli. Una notizia che desta grandissimo allarme perché non siamo di fronte a una ‘mela marcia’ ma a un sistema corruttivo diffuso e radicato che ha messo sotto il controllo dei clan “mezza caserma dei carabinieri”. 
Non sono convinti fino in fondo della gravità della vicenda i vertici della cronaca del Mattino che nella copertina del secondo dorso la piazzano in taglio medio su tre colonne preferendo riservare l’apertura alle quotidiane scaramucce sulle Regionali, mentre all’interno c’è un ampio servizio sugli arresti firmato da Leandro Del Gaudio.
Ancora più riduttiva la scelta del desk centrale del Corriere del Mezzogiorno: in prima un taglio basso a una colonna larga. All’interno c’è invece una pagina con un servizio doppio di Titti Beneduce.
Soltanto Repubblica Napoli, guidata dal tandem Ottavio Ragone e Giovanni Marino vice, dà agli arresti il rilievo che meritano: titolone che apre la prima con all’interno gli articoli di Dario Del Porto e Irene De Arcangelis.

Martin Beck

 
Luigi Riello
Leandro Del Gaudio
Titti Beneduce
Dario Del Porto