Rai, contro M. Massa
sentenza sorprendente

IL 10 GENNAIO il giudice della sezione lavoro del tribunale di Napoli Clara Ruggiero ha respinto la richiesta di Marialaura Massa di essere risarcita dalla Rai, difesa dallo studio di Mattia Persiani, per la dequalificazione professionale subìta e per i danni dovuti ai ripetuti scavalcamenti professionali, una situazione che andata avanti per molti anni ha causato gravi ripercussioni sulla salute della giornalista.
Siamo di fronte – dichiara l’avvocato Giuseppe Marziale che insieme a Patrizia Totaro assiste Marialaura Massa – a una sentenza sorprendente

perché il magistrato non centra il thema decidendum”. I legali avevano impostato il ricorso su due questioni. La prima riguardava il demansionamento professionale: la giornalista, in Rai dal ’95 con contratti

Marialaura Massa e Clara Ruggiero

a termine e dal 2005 assunta a tempo indeterminato, viene promossa capo servizio nel 2009 ma è via via accantonata dai capi della sede di Napoli (Massimo Milone fino al febbraio 2013 e Antonello Perillo nei nove anni successivi) come ha riconosciuto la stessa azienda ammettendo che dal 2013 non è più stata utilizzata come capo servizio.
Il magistrato, dimostrando di non avere ben chiaro il contratto di lavoro giornalistico, ha concentrato la sua attenzione sul numero di conduzioni dei tg. Ma il tg può essere affidato anche a un redattore appena assunto mentre i compiti di ‘line’, che comportano il coordinamento del lavoro degli altri redattori, vengono assegnati soltanto ai graduati.
In sostanza il giudice non ha capito come funziona l'organizzazione del lavoro in una redazione. E forse non ha neanche letto con attenzione il ricorso perché scrive che dal 2012 la Massa non ha più fatto il turno dell'alba, coperto invece con regolarità fino al dicembre 2019.
Se la prima questione è stata clamorosamente bucata, la seconda non viene propria affrontata. I legali avevano denunciato una gravissima discriminazione di genere, questione per altro di grande attualità. Sola donna capo servizio a via Marconi fino al dicembre del 2020, Marialaura Massa, rispetto a chi poi l'ha superata, è l’unica laureata, con biennio di specializzazione alla Sorbona, ed è l’unica che conosce e parla bene due lingue straniere (francese e inglese e un poco di russo) eppure non viene utilizzata. Procede invece spedita un’operazione scientifica di scavalcamento promossa dai capi a favore di redattori ordinari cui vengono affidati incarichi da capo servizio ‘pro die’, anche se questo comporta un incremento di costi per la Rai. Il risultato sono promozioni prima a capo servizio e poi a vice redattore capo riconosciuti ai cronisti

Giuseppe Marziale e Mattia Persiani

maschi cresciuti con i ‘pro die’.
"È soltanto il primo grado, - dichiara Marialaura Massa a Iustitia - e i gradi di giudizio sono tre.  Ho dato mandato ai miei legali per impugnare la sentenza che

rispetto ma che considero non contenga un'analisi attenta  delle scelte della Rai, incuranti del merito, arbitrarie, discriminatorie e mai motivate, che hanno mortificato negli anni la mia professionalità. Andrò fino in fondo, per amore di verità e per rispetto dei princìpi dell'informazione del servizio pubblico, per la cui difesa mi sono sempre battuta. E continuerò a farlo. Il mio ricorso va oltre il caso personale ed è anche una battaglia a favore di tutte le donne perché mette in discussione il 'sistema Rai' ".